Incontro Lucio Presta nella sua sede di corso Mazzini, per ironia della sorte, al secondo piano dello stesso stabile si trova anche la sede del quartier generale del candidato Mario Occhiuto. Presta ci viene incontro con cordialità e ci mette subito a nostro agio, tutto il contrario dei luoghi comuni costruiti in questi giorni che lo descrivono come un personaggio distaccato, a tratti arrogante. Si comprende subito, invece, che la strumentalità della campagna elettorale aleggia con i suoi luoghi comuni, le sue illazioni, o peggio con vere e proprie bufale. Mentre si prepara l’angolo dell’intervista, con Presta si parla della città, delle sue origini, della sua estrazione popolare e anche di qualche cattiveria degli ultimi giorni. Qualcuno sui social aveva tirato fuori finanche una foto del ‘78 quando Presta faceva il ballerino, con l’obiettivo di diminuire la portata del personaggio. Con Presta comunque, si ha l’impressione che questi tentativi, trovano il tempo che trovano, il suo trascorso di ballerino è un passato che, il manager cosentino, rivendica con orgoglio. “Sarebbe stato molto più grave se avessero tirato fuori una foto di Presta con il passamontagna intento a fare una rapina” – ironizza manager dello spettacolo. Insomma, a ben vedere, ci siamo trovati davanti un candidato Sindaco lucido sia politicamente, sia rispetto alla conoscenza dei problemi della città. L’opposto della descrizione di alcuni rotocalchi giornalistici di qualche giorno fa. “Cosenza è la mia città, una città, - ci tiene a precisarlo Presta - che comunque non ho mai abbandonato definitivamente, nella quale sono tornato sempre, una città condivisa anche nella permanenza romana, fatta spesso di frequentazioni e amicizie cosentine”.


Chiediamo: come mai un manager di successo, ad un certo punto decide di tornare e fare il sindaco nella sua città?


Mi permetto di dire che qualche volta le analisi che ho letto non sono precisissime, anzi alcune volte ho letto delle analisi veramente dozzinali, io non sono l’uomo imposto da Roma, l’uomo imposto da Renzi, l’uomo imposto da Lotti, non vorrei peccare di presunzione, se qualcuno ha imposto qualcosa, non è Presta, ma è stato quello di seguire qualcosa che Presta aveva costruito e che stava costruendo, non sono io che sono andato a cercare. Hanno ritenuto, invece, più anime politiche, più liste civiche, più persone, tra le più diverse tra l’altro, di aderire a un progetto. Non mi sento di nessuno dunque, io mi sento di “Amo Cosenza”, io sono qui per lavorare per la mia città. Sento il dovere di restituire alla mia città tutto quello che ho ricevuto.


Cosa rispondi a coloro che ti obiettano di voler fare il candidato sindaco del fine settimana?


Ma secondo te, Pasquale, a 56 anni con quei tre o quattro chilometri che ho fatto nella vita, posso pensare una cosa simile? Mai detto e pensato una cosa simile, ho visto anche un video di una gentile signora che ha sostenuto che avrei detto che io sarei venuto giovedì, venerdì e sabato a fare il sindaco. Sinceramente, mi riesce difficile capire dove io abbia detto una cosa simile, dove me lo abbia sentito dire. Fare il sindaco è una cosa seria, io non intendo fare il Sindaco virtuale. Ho una famiglia, spero che nessuno si adombri se qualche volta andrò a salutare i miei figli, al di là del fatto che, spesso, comunque, dovranno venire loro, non a caso si sta cercando casa. Ho riaperto la casa che ho, verrà mia moglie a scegliere una casa, nel frattempo vivo in albergo, perché per un uomo solo, è un po’ più comodo, quindi la vicenda è po’ più complessa di come viene raccontata.

 

Cosa pensi di tutta questa discussione sulla metropolitana leggera tra Cosenza e Rende?


Sai che io ancora non ho incontrato nessuno che mi abbia detto: ho visto il progetto. Quindi alla luce del fatto che ho visto il progetto sono favorevole, sono contrario. Io ritengo che il primo passo da fare verso la città è quello di informare la città di cosa parliamo, di che tipo d’impatto potrebbe avere il progetto sulla città, come verrà costruito, quale saranno i numeri, come ottimizzare il percorso, come sarà gestito, ragionare sul rapporto costo benefici dell’opera. Solo dopo essere venuti a conoscenza di questi dati, i cittadini e gli amministratori della città si potranno fare un’idea dell’opera. Se quest’opera non si fa si rischia di perdere le risorse ad essa destinata? Pare di si, allora forse sarebbe il caso di studiare il progetto e di fare la scelta migliore per la città, non per la politica. Saranno i cittadini che dovranno utilizzare questa tranvia. Sento dire che l’opera devasterà viale Parco, che rovinerà l’assetto urbanistico della città. Io di tutto questo non sono proprio convinto. Io sono abituato a progettare e toccare con mano. Come ci può schierare pregiudizialmente contro se ancora il progetto non lo ha visto nessuno?


Cosenza ha sempre avuto due anime, quella colta e più urbana e quella legata ai ceti popolari, ai quartieri più a rischio come via Popilia. Come intendi parlare alla Cosenza dall’animo popolare?


Sai che quando ho iniziato la mia avventura di “Amo Cosenza”, la prima lista sono andato a cercarla tra i ragazzi che stanno nei quartieri popolari, che stanno a via Popilia, e devo dire che sono riuscito subito a trovare con loro un linguaggio conosciuto.
Allora questa idea del Lucio Presta annoiato e salottiero, non esiste, anzi, scopriamo invece che ha messo su una lista a via Popilia?
Si, assolutamente. “Orgoglio bruzio” è nata lì, ed è stata la prima lista che mi ha affiancato. Sono uno che gira la mattina presto e la sera tardi. Corso Mazzini è straordinaria, ma come giri l’angolo sembra di non appartenere più allo stesso posto, c’è qualcosa di evidentemente ancora di non compiuto e c’è ancora molto da fare. Per quanto riguarda il mio aspetto salottiero, faccio presente che io vengo dal mondo dello spettacolo, dal mondo dell’industria dello spettacolo. Perché vorrei far notare a chi pensa che il nostro lavoro è soltanto musica, balletto e compagnia che, invece, tutto ciò, è un’industria tra le più floride di questo paese, dove lavorano migliaia e migliaia di persone, quindi, non consento a nessuno di banalizzare questo lavoro che è fatto di sacrifici, per il quale, devi essere una persona perbene e comportarti bene. Io amo svegliarmi presto per lavorare e tornare tardi dal lavoro, questo è lo stile di vita che ci piace fare, uno stile di vita dedita al lavoro, per questo chiediamo ai cittadini di fidarsi, perché questo modello di vita intendo mettere a disposizione della città.


La tua aggregazione civica, via via che la discussione politica in città avanza, è cresciuta, da poco si è aggiunto il centro sinistra, il quale, ha rinunciato alle primarie. Nel centro sinistra però, ancora permangano elementi di dissenso come quelli dell’avvocato Paolini, tu credi che ci siano margini per recuperare questo dissenso?


La prova che io non sono stato imposto da nessuno, è stata proprio l’aver dichiarato fin da subito, l’intenzione di non voler partecipare alle primarie perché io non sono un esponente di un partito, e anche perché a queste regole delle primarie credo poco. Io sono partito con un progetto autonomo dai partiti e, nella competizione, ci sarei stato comunque, al di là dell’adesione o meno del centro sinistra. Se il centro sinistra ha ritenuto di vedere la mia candidatura un po’ più innovativa e unificante nel panorama politico, io ne sono contento, l’ho detto dal primo giorno, non ho mai ingannato nessuno. Per la prima volta, in questa città, un esponente civico, quindi fuori dai partiti, da solo, riesce ad arrivare a questo punto. Mi ha fatto piacere la condivisione del mio progetto, ma ripeto, il progetto ci sarebbe stato comunque.

 

Allora tu pensi che ci sia ancora spazio per recuperare altri pezzi del panorama politico?


Si, però non è che imbarco chiunque. Io mi auguro che ci siano i margini per recuperare ancora qualcosa, me lo auguro non per Lucio Presta, me lo auguro per Cosenza, ma se, invece, questo dissenso, servisse per alzare il livello della competizione e proporre ai cittadini cosentini più anime, più pensieri, più progetti, è una maniera di essere primarie. Più primarie di quelle non ce ne sono, quelle sono le vere primarie certificate, più primarie di cosi si muore…

 

L'intervista integrale andrà in onda nella puntata de L'Inviato Speciale questa sera alle 19.40 su LaC, canale 19 del digitale terrestre (replica alle 23.00). Anche in streaming su www.lactv.it

 

Pasquale Motta