Presente anche il capogruppo regionale del Pd Bevacqua che rivendica l’emendamento che sposta al 2027 le elezioni della nuova città e invita i dirigenti del centrosinistra ad essere all’altezza della sfida
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Come un complimento mal riuscito ad una donna, che diventa volgare. La vede così, Luigi Incarnato, segretario regionale dei Socialisti, questa campagna elettorale sulla fusione fra Cosenza, Rende e Cosenza. «Una bella idea – la definisce – ma macchiata da un dibattito pessimo, dove a mancare è proprio la visione, come vogliamo costruire la nuova città».
Per questo i Socialisti si sono riuniti in un hotel rendese per esporre la loro visione di città unica che è nel programma elettorale del sindaco Franz Caruso.
Incarnato sgombra subito il campo da equivoci dicendo che questo referendum non lo appassiona molto, per come è nato e come si sta sviluppando. I dubbi del sindaco Caruso sul metodo sono più che legittimi. Riconosce al gruppo regionale del Pd di aver fatto un buon lavoro nel costringere il centrodestra ha rinviare la nascita della nuova città nel 2027 perché così si può evitare il salto nel buio che voleva compiere il centrodestra e ragionare su come strutturare questa città.
Ma Incarnato non abbandona certo la polemica politica e ricorda alla sala che chi oggi si spende così tanto per la fusione in passato l’ha ostacolata. «Proprio in questa sala – ricorda Incarnato – insieme a Sandro Principe nel marzo del 2010 abbiamo depositato il progetto della metropolitana leggera da mettere a gara. Poi è arrivata la giunta Scopelliti e l’assessore Pino Gentile bloccò quella gara. Nel 2011 Mario Occhiuto da sindaco di Cosenza mise mille paletti alla realizzazione dell’opera e suo fratello Roberto è stato il presidente di Regione che l’ha cancellata definitivamente. Non solo. Ma l’Amaco è stata fatta fallire da chi? Paolo Posteraro non è certo amico di Franz Caruso. Quando siamo arrivati al Comune Amaco aveva un buco da 19 milioni, è arrivata la Procura a prendersi le carte e ha commissariato l’azienda. Ancora. Va bene il policlinico universitario, ma cosa ne vogliamo fare dell’ospedale di Cosenza? Vogliamo crearne un deserto sanitario appetibile agli investimenti privati?».
Incarnato è un fiume in piena e attacca anche il rettore dell’Unical Leone facendo riferimento a start up familiari e a una visione troppo politicizzata dell’area urbana. Bordate anche sui debiti del Comune di Cosenza, creati sempre da Mario Occhiuto ed infine un passaggio forte su Rende. «Avete visto Report? Avete sentito la giornalista dire che Rende è commissariata per mafia? Questa è una macchia insopportabile che va assolutamente cancellata. La proroga della terna commissariale per noi non ha alcuna ragione per questo a giugno si deve votare, a Rende vanno ripristinati gli organi democratici perché serve visione politica per costruire la città del futuro»
Al dibattito ha partecipato anche il capogruppo regionale del Pd, Mimmo Bevacqua, con un intervento a dir poco appassionato. L’esponente dem ha detto di votare sì, ma di aver evitato appositamente ogni esposizione mediatica perché evidentemente indispettito dalle illazioni di un inciucio con il centrodestra. Al contrario lui dice che ha fatto digerire ad Occhiuto il suo emendamento che sposta al 2027 le elezioni della grande città. «Domenica si voterà per l’inizio di un percorso, non per il governo della città – grida nel microfono Bevacqua – Abbiamo costretto il centrodestra ad istituire due commissioni: una composta dai tre sindaci, l’altra da esperti delle università. Noi come centrosinistra dobbiamo essere all’altezza di guidare questo processo. Cosenza la governiamo noi, il mio emendamento è stato concordato con il sindaco Caruso passo dopo passo. Anche io ritengo eccessiva la proroga del commissariamento a Rende e anche io dico che a Rende a giugno si debba assolutamente votare. Serve una visione politica per costruire la città del futuro che non so nemmeno se nascerà nel 2027 o se finirà come a Pescara con un nuovo rinvio, ma non dobbiamo avere paura e cogliere la sfida».
Insomma il centrosinistra si dice pronto alla sfida che passa prima anche dalla costruzione di una alternativa forte e credibile al centrodestra di Occhiuto.
Al termine Incarnato lancia un mezzo scoop: «Questi sono degli incompetenti – dice – sulla scheda fra i nomi da scegliere c’è anche Cosenza, ma la legge questo lo impedisce perché la città che nasce da una fusione non può prendere il nome di una delle città che debbono fondersi». Affermazione che rimandiamo agli Azzeccagarbugli.