Il Consiglio di Stato ha confermato quanto stabilito dal Tar di Catanzaro, che non aveva accolto la richiesta di sospensiva portata avanti da Enti e comitati per il no alla città unica di Cosenza Rende e Castrolibero. Si voterà come da programma il primo dicembre nei tre centri interessati dalla proposta di legge. Le reazioni non si sono fatte attendere, hanno esultato Alfredo Antoniozzi e Luciana De Francesco di Fratelli d’Italia, mentre il senatore di Forza Italia Mario Occhiuto ha detto di essere curioso, probabilmente riferendosi al sindaco di Cosenza Franz Caruso, «di conoscere il parere politico di quanti hanno detto che avrebbero votato Sì, ma hanno inopinatamente impugnato il referendum».

Sì alla città unica Cosenza Rende Castrolibero dai rappresentanti del Pd

L’esito dell’istanza è stato appreso dai rappresentanti del centrosinistra durante una conferenza stampa indetta questa mattina per perorare le cause del Sì sul territorio di Rende. Il coordinatore del Pd Giacomo Mancini ne ha spiegato le finalità chiarendo preliminarmente un concetto: «La formazione della città unica è nel nostro Dna. Siamo qui per rimarcare che questa è una buona idea ed è un’idea fondativa del nostro schieramento». Ha elencato poi una serie di validi motivi per sostenere l’unificazione dei tre centri di governo senza tralasciare uno dei suoi cavalli di battaglia. «Il Piano strutturale comunale? A Rende è stato bocciato, a Cosenza si lavora per uno nuovo e Castrolibero ha il suo. Serve pertanto il Piano strutturale associato».

Una richiesta condivisa anche da Bianca Rende ha riguardato i toni della campagna elettorale («pesanti, che vanno sul personale e non hanno basi politiche»). Il dirigente democrat Salvatore Giorno ha sentenziato: «Della fusione se ne parlerà per 80 anni». Ha quindi fatto sponda alla segretaria del circolo Pd di Cosenza Rosi Caligiuri che ha contestato la genesi della legge elettorale e tirato una frecciata a Mario Occhiuto («Mai ha parlato di città unica in 10 anni a Palazzo dei Bruzi»). «Ribadisco che il percorso non ci è piaciuto, ma il primo dicembre si deve dire sì o no. Comprendiamo le ragioni di chi voterà per il No, ma le bugie sono inaccettabili. È una falsità sostenere che si scioglieranno i comuni nel 2025. Come è privo di alcun fondamento far credere che su Rende o Castrolibero si riverseranno i debiti di Cosenza».

Funaro: «Parlare di fusione non significa sostenere la legge di Occhiuto»

Nel corso degli interventi è stato precisato che «tutto il Pd è schierato per il Sì» e si sono sprecati i ringraziamenti per Mimmo Bevacqua e Franco Iacucci «che con il loro emendamento hanno avuto il merito di far slittare l’ora “X” al 2027». Una data secondo Maria Pia Funaro di Sinistra Italiana che rappresenta «un simbolo di come si voglia condividere il percorso». «Sostenere il Sì – ha rimarcato – non significa sostenere la legge di Roberto occhiuto, ma portare avanti un’idea partorita dal centrosinistra e di cui ci riappropriamo».

Se Umberto Calabrone della Fiom Cgil si è accomodato tra il pubblico, al tavolo presidenziale c’era Giorgia Scarpelli della segreteria regionale della Uil. Ha spiegato l’importanza che avrebbe la zona industriale di Rende a margine della fusione. Ma non solo. «I comuni hanno le mani legate perché sottodimensionati e perché le risorse non bastano mai. La fusione – ha chiuso – darebbe linfa vitale ad ogni settore. Andare di corsa è un conto, fare squadra un altro…».