La “Città unica di Cosenza” continua a far discutere. La vicenda riguardante l’unione del capoluogo di provincia con Castrolibero e Rende continua a tenere banco soprattutto dopo l’approvazione in Consiglio regionale della legge omnibus, primo firmatario Pietro Molinaro, che va a modificare 15 leggi regionali fra cui quella che disciplina le fusioni.

Più che fusione, il provvedimento sembra percorrere la via dall’annessione. Il sindaco di Castrolibero Orlandino Greco, intervenuto ai microfoni del programma di LaC Dentro la Notizia che oggi è andato in diretta dal comune del Cosentino, tuona: «Il Consiglio regionale e il presidente Occhiuto devono dirci a che punto vogliono portare lo scontro istituzionale. Perché di scontro istituzionale si tratta. Io ho giurato sulla Costituzione e so qual è la responsabilità che noi sindaci abbiamo. Se non si trova una quadra sarà uno scontro istituzionale senza precedenti». E continua definendo il provvedimento approvato come uno «scempio», chiedendo di spiegare le motivazioni: «Il Consiglio regionale ha l’obbligo di approvare un piano per le modifiche dei confini dei Comuni e deve investire i sindaci e gli amministratori locali per verificare se in quei territori ci sono inefficienze. Ma sempre partendo dai territori. La cosa che è allarmante sono proprio le motivazioni, non si può pensare di fondere, che nel nostro caso significa annettere, attraverso un provvedimento scritto su un foglio».

«Il centrodestra ha iniziato la propria partita, e la sta giocando. Il centrosinistra non può pensare di lavarsene le mani abbandonando l’aula o addirittura non entrando in Commissione. Noi siamo pronti ad affrontare la nostra partita, lo faremo in ogni piazza di ogni singolo comune della Calabria», ha concluso Greco.

Caruso: «Non voglio passare come un sindaco che annette, voglio essere un sindaco che condivide»

Franz Caruso, sindaco di Cosenza, contesta appunto il metodo in quanto ritiene che la decisione assunta a Palazzo Campanella sia andata a «eliminare la volontà dei consigli comunali».

«La modifica della legge 15 del 2006 che aveva nelle sue finalità una line di condotta molto chiara ovvero che queste politiche di fusione, aggregazione, unioni partivano dai Consigli comunali stessi. Questi passaggi sono stati completamente saltati – continua il sindaco -. La Regione si è auto-acquisita il potere di decidere senza coinvolgere le assise cittadine, demandando a un mero referendum consultivo quella che è la scelta che deve spettare a tutti i cittadini. Noi siamo scesi in campo e lo faremo anche giudiziariamente perché riteniamo che sia un attentato alle autonomie territoriali. Un provvedimento antidemocratico, illiberale, anticostituzionale».

«Nel mio programma elettorale c’è la “Città unica”, ma io non voglio passare come uno che annette, voglio passare come uno che condivide un percorso con tutte le realtà territoriali. Unifichiamo il servizio come abbiamo già fatto con i trasporti», ha concluso Caruso.

Petrusewicz: «Un serio errore politico»

«La posizione di Rende è uguale a quella esposta dagli altri sindaci – ha dichiarato il sindaco facente funzioni di Rende Marta Petrusewicz -. Vorrei aggiungere solo che io ritengo che sia un serio errore politico, aliena i Comuni dall’intero progetto della Regione. Oltre ai Consiglio comunali bisogna anche portare avanti un dibattito cittadino a diversi livelli. Quali elementi identitari vanno discussi per l’arricchimento culturale di tutti? È questo il discorso principale, non si può escludere la comunità».

Le altre voci

Per Aldo Figliuzzi, consigliere comunale di Castrolibero si tratterebbe di una normativa «calata dall’alto». «Non siamo stati sentiti prima dell’approvazione, non sono stati coinvolti i sindaci, non sono state ascoltate le richieste del territorio», ha continuato il consigliere. Il presidente del Consiglio comunale Angelo Gangi ritiene addirittura che la fusione dei comuni così come è stata rappresentata «abbia dei profili di anticostituzionalità evidenti» e che sia un «atto di imperio, che non tiene nessun conto di quelle che sono le esigenza territoriali, le richieste, le istanze di comuni che un domani potrebbero essere fusi ma che non hanno voglia di farlo a libero arbitrio di chi governa». L’assessore di Castrolibero Raffaella Ricchio annuncia battaglia in quanto si dice favorevole all’unione non alla fusione dei comuni, solo per quanto riguarda la «condivisione di servizi che possano migliorare la qualità della vita per i cittadini» e sostiene che «il progetto ad hoc preparato da Occhiuto va oltre, in quanto serve per recuperare tre città a lui politicamente opposte». Un cittadino sostiene la tesi dell’indipendenza perché a suo parere «non serve a niente», mentre un altro sostiene che i politici non lavorano per il popolo ma per i propri interessi personali.

Rivedi la puntata intera di Dentro la Notizia su LaC play