Esito incerto per il congresso della federazione provinciale, dove nessuno scenario è da scartare qualora nessuno raggiunga la maggioranza assoluta
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Salvatore Monaco e Vittorio Pecoraro si sono incrociati ieri mattina a Cosenza, all’inaugurazione della statua di Giacomo Mancini. Antonio Tursi, invece, resta concentrato sui circoli e sui militanti scontenti della gestione del partito. Sabato sera è stata certificata, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la divisione interna del Pd cosentino. Tre nomi a concorrere per la segreteria, con un rincorrersi di nomi che hanno lasciato aperta ogni strada. Anche quelle delle alleanze trasversali. Intanto un dato: il sindaco di Spezzano della Sila è quello che ha presentato più sottoscrizioni di tutti.
Monaco con più firme a sostegno
Per lui hanno firmato 584 tesserati in 64 moduli, più un altro centinaio di schede che erano pronte ad essere inserite. Sono frutto di una base importante, che rende incerto l’esito finale della competizione. Il sostegno, tra gli altri, di Carlo Guccione e del presidente del Consiglio comunale di Cosenza, Giuseppe Mazzuca, in tal senso ha giocato un ruolo importante. Vittorio Pecoraro, vox populi, è considerato il favorito considerato l’appoggio di big del calibro di Enza Bruno Bossio, Francesco Iacucci, Graziano Di Natale, Giuseppe Aieta e Domenico Bevacqua. Per lui 502 sottoscrizioni in 25 moduli. Antonio Tursi, invece, ha presentato un incartamento con 409 firme in 57 moduli grazie al lavoro svolto assieme all’associazione “Controcorrente” e ai Riformisti di Mario Franchino e Sergio De Simone.
L’importanza dell’assemblea senza il 50%+1 dei voti
Entro lunedì alle 17 i tre candidati alla segreteria provinciale del Partito Democratico di Cosenza dovranno consegnare le liste per l’assemblea. Avrà 60 delegati, così come stabilito di recente per fugare ogni dubbio sulla fase congressuale. Non si tratta di un aspetto di poco conto, perché potrebbero essere proprio gli eletti a dover stabilire a chi tra Monaco, Pecoraro e Tursi debba andare la poltrona più importante. «Qualora nessun candidato abbia conseguito la maggioranza assoluta dei suoi delegati - recita lo statuto - l’assemblea provinciale elegge, con maggioranza dei voti validi, il segretario con un ballottaggio a scrutinio segreto, a cui accedono i due candidati collegati al maggior numero di delegati». E qui le alleanze tornerebbero prepotentemente di moda…