I cosentini che, durante il primo lockdown di primavera, avevano visto respinte le loro domande per i buoni spesa che ogni Comune italiano aveva acquistato grazie agli stanziamenti della Protezione civile e distribuito poi tra i più bisognosi, possono ricominciare a sperare di ottenere un aiuto.

Il capoluogo bruzio, caso più unico che raro nel panorama nazionale, aveva visto il municipio optare per una soluzione “da formica”: pur avendo ricevuto 472mila euro da Roma, ne aveva utilizzati soltanto 400mila per comprare (in due tranches) i buoni destinati a sfamare i cittadini in maggiori difficoltà, conservando in cassa il resto della somma nel caso – dichiarò l'amministrazione – la situazione non fosse migliorata dopo la riapertura di maggio. Con buona pace di chi la fame l'aveva ad aprile.

Le polemiche a primavera

Complici anche parecchie lungaggini amministrative che avevano ritardato l'istruttoria delle domande e la successiva distribuzione tra i beneficiari, non erano mancate le polemiche sui voucher.

C'era chi aveva segnalato come le email inviate al settore Welfare per presentare la propria richiesta ritornassero indietro al mittente; chi, a sua volta, aveva criticato il ricorso a un colosso del mondo dei ticket restaurant per stampare buoni che Palazzo dei Bruzi avrebbe potuto produrre in autonomia, nonostante l'azienda coinvolta avesse donato al municipio una quantità extra di voucher rispetto a quelli pagati dal municipio.

 

Altri ancora stigmatizzavano l'attivismo di alcuni politici locali nell'istruttoria delle pratiche, quasi volessero far credere in vista delle prossime elezioni amministrative che ricevere o meno i voucher fosse merito loro. Ma, soprattutto, erano in molti a voler capire che fine avessero fatto i soldi rimasti. Alcuni assessori avevano spiegato che erano destinati al Banco Alimentare, ma di questa donazione non c'era traccia nei documenti pubblicati dal Comune.

 

Né c'entravano i circa 70mila euro di buoni distribuiti dopo un secondo avviso pubblico arrivato a giugno: quelli non erano altro che la differenza tra i 400mila spesi inizialmente e i circa 330mila effettivamente distribuiti nella prima fase.

 

L'ultima delibera della Giunta

Nelle settimane successive, un'ulteriore supporto giunto dalla Regione per l'acquisto di nuovi buoni – stando agli annunci iniziali della Cittadella sarebbero stati erogati 25 milioni in totale, ma alla fine si sono ridotti a una decina e a Cosenza sono arrivati solo 310mila euro, spendibili, tra l'altro, nell'unico (non troppo economico) supermercato che aveva aderito a questa seconda iniziativa – aveva fatto finire l'intera questione nel dimenticatoio.

 

La nuova ondata di contagi, con la Calabria bollata come zona rossa, l'ha riportata alla ribalta. E il mistero sul destino dei 72mila euro rimasti in cassa ad aprile pare essersi risolto nell'ultima seduta della Giunta. Il contributo di cui parlavano in primavera i membri dell'esecutivo era legato a un progetto chiamato “Insieme #andràtuttobene”, che vedeva coinvolti Palazzo dei Bruzi, il Csv di Cosenza, la Caritas, la Fondazione Casa San Francesco d’Assisi, la Croce Rossa Italiana e, appunto, il Banco Alimentare.

 

Solo che ammonta a 6.000 euro e non era stato ancora erogato, visto che la Giunta ha appena disposto – visionata la rendicontazione di quanto fatto dalle associazioni coinvolte nei mesi passati – che gli uffici comunali provvedano a versare il denaro pattuito.

 

I soldi rimasti agli esclusi

E gli altri 66mila euro? Andranno pure quelli al Banco Alimentare, che però – questo il recentissimo dettame dell'amministrazione comunale - stavolta dovrà dare «priorità alle richieste presentate a valere sui precedenti avvisi e rimaste inevase a causa di mancanza di fondi».

 

La formula appare contorta – che mancanza di fondi ci può essere stata se c'erano ancora a disposizione decine di migliaia di euro? - ma a provare a darle un senso è Alessandra De Rosa. L'assessore al Welfare ci ha spiegato che a beneficiare del denaro rimasto dovrebbero essere quelli che – magari per un reddito troppo alto per ottenere qualcosa in primavera o perché percepivano quello di cittadinanza – sono rimasti fuori dalla prima tornata di aiuti perché non rientrava tra i potenziali beneficiari individuati a Roma.

 

Chi ha stretto la cinghia in primavera, insomma, dovrebbe poter allentarla un po' da qui a breve, anche se il dubbio che la Giunta non possa modificare i criteri di distribuzione stabiliti dal Governo ad aprile non è peregrino. In municipio, però, contano di utilizzare quelli individuati in seguito dalla Regione, un po' meno rigidi.

Nuovi fondi in arrivo

C'è un'altra novità, non riportata negli atti, ma la cui ufficializzazione dovrebbe arrivare all'inizio della prossima settimana. La Protezione Civile sarebbe in procinto di stanziare per tutto il Paese in vista del Natale l'equivalente di quanto già erogato ad aprile, così da allontanare almeno un po' lo spettro della crisi dalle case di chi sta subendo maggiormente gli effetti della pandemia.

 

L'Anci lo ha già anticipato a Palazzo dei Bruzi con una lettera, lasciando intuire che le somme e le linee guida per utilizzarle saranno identiche a quelle di primavera. Per Cosenza, dunque, ci sarebbero in arrivo altri 470mila euro che i più bisognosi potranno usare per l'acquisto di cibo o, in alternativa, altri beni di prima necessità come i farmaci.

 

Il Comune questa volta li distribuirà tutti o solo in parte? De Rosa spiega che già domani ne discuterà col sindaco per decidere il da farsi. Che si agisca da cicale o da formiche, l'importante è che le procedure siano più rapide che nel recente passato. Il rischio sennò, dati i precedenti, è che con i nuovi voucher i cittadini non comprino il panettone, ma l'uovo di Pasqua.

 

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