Ed ora che si fa? Chiudere gli occhi e immaginare come sarà la Corigliano-Rossano di domani è davvero un’impresa da visionari. Oggi ci sono tutte le premesse perché il futuro si possa creare nel migliore dei modi possibili. Ci sono tutti gli ingredienti necessari: c’è l’entusiasmo (anzi, sarebbe meglio definirla euforia) del popolo di Corigliano-Rossano; c’è un sindaco giovane e volenteroso come Flavio Stasi che sicuramente avrà tempo e determinazione da investire nell’amministrazione della Città; c’è quella importante dose di emergenze, giusta a mantenere sempre alto il livello di attenzione; ci sono, infine, quelle opportunità di sviluppo possibili grazie alla legge sulla fusione e quelle altre più antiche e per certi versi intatte che da decenni sono appese all’albero della Regione e dell’Unione europea, che però nessuno ha osato realmente toccare, quasi come se fossero un frutto proibito.

«Abbiamo chiesto alla gente di darci tempo»

E allora, dicevamo, che si fa? Per governare Corigliano-Rossano servono idee chiare e tanta dinamicità. «Ci metteremo subito a lavoro – ha detto il neo sindaco Stasi nei minuti successivi all’incoronazione giunta dalla urne – sappiamo già che quello che ereditiamo è un Comune pieno di problemi ma la cosa non ci spaventa. Noi abbiamo chiesto alla nostra gente di partecipare e di aiutarci nella risoluzione di questi problemi. Ovviamente non abbiamo detto che risolveremo le tante emergenze che ci sono in una settimana. Ma abbiamo chiesto di darci tempo». 

Le priorità sono i servizi

Immaginare una Corigliano-Rossano subito al passo con i tempi, dunque, è utopia. Ci vorranno mesi, se non addirittura anni. Soprattutto per costruire quell’animo identitario che faccia sentire tutti i cittadini parte integrante di un’unica grande Città  e orgogliosi di viverla. Le priorità, alle latitudini della terza realtà urbana più grande della Calabria, sono i servizi: una sequela cronica di disagi e privazioni che hanno portato i cittadini prima alla protesta, poi all’esasperazione. Ed è per questo il fenomeno Stasi. Che non vince, bensì stravince proprio perché è riuscito a intercettare la protesta della gente. 

«Sarò il sindaco di tutti»

Questo, però, lo riempie anche di grandi attese e responsabilità. «Sarò il sindaco di tutti» ha detto. E mai come in questo momento questa frase è carica di significati. Presto a Corigliano-Rossano arriverà il tempo di decidere le sorti della Città: con quali strumenti farla camminare, con che impegno, con quali capacità. Un’impresa ardua, non c’è che dire. Bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare sodo per riportare a livelli umani lo standard della vita a Corigliano-Rossano che oggi, soprattutto in alcune aree del territorio comunale è calpestato.  

Allora, l’unico modo per chiudere gli occhi è sognare una Città in grande è quello di avere un sindaco libero da lacci e zavorre al piede, che sappia fare scelte coraggiose e – perché no – anche impopolari, se sarà necessario. Sarà così? Senza dubbio il primo vero segnale del cambiamento dovrà essere quello di saper recidere i legami che tengono larghe parti dell’apparato burocratico del grande comune della Sibaritide strette ai poteri del passato. Di un passato per il quale, ancora una volta nelle urne, il popolo ha chiesto l’archiviazione.