La maggioranza comunale punta il dito contro le presunte manovre politiche del centrodestra che avrebbe escluso Reggio Calabria e Gioa Tauro dai porti che potevano ospitare l'imbarcazione
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«Se avessimo porto, sanità e strutture sociali efficienti non avremmo esitato ad accogliere i migranti puntando sulle politiche di accoglienza e di integrazione». Entra nel dibattito politico il gruppo consiliare di maggioranza Corigliano Rossano Pulita, di cui fa parte la presidente dell'Assemblea Marinella Grillo, che descrive la realtà dello scalo jonico: «Il porto non è fornito da acqua potabile, l’arrivo di corrente elettrica è instabile, il presidio Vigili del Fuoco sottodotato, forze dell’ordine insufficienti. Eppure, il porto di Corigliano Rossano, era stato scelto come base "irrinunciabile" dall’autorità nazionale. Perché?».
Secondo i rappresentanti di supporto al governo locale sono stati tenuti in considerazione una serie di elementi: «Da un lato la necessità di fare quarantena (viene in mente la quarantena imposta ai bastimenti all’arrivo a New York) e la giusta scelta del mezzo navale, dall’altro l’opportunità di evitare problemi alla campagna elettorale della destra, si perché il porto di Reggio Calabria sarebbe stato perfetto: più a sud dove gli sbarchi sono più numerosi, grande porto con due uscite, un ospedale hub a 700 metri, ma li si voterà a breve e quindi. Lo stesso dicasi per Crotone, in piena bagarre elettorale. E quanto a Gioia Tauro? Stessa sorte. A nulla valgono le considerazioni di chi fa sempre-solo-opposizione che asserisce la scelta legata ad una struttura ospedaliera predisposta per le emergenze covid, la nave ospiterà quarantenati non malati, che dopo 14 giorni dovranno essere ricollocati. Abbiamo già dimenticato che il numero dei positivi sta tornando a salire e che sono state chiuse discoteche e sale da ballo anche all’aperto? Ha dimenticato quella opposizione di avere solo osteggiato l’operato di chi si è prodigato per far fronte alle eventuali emergenze senza proporre alcunché di diverso?».
Poi, puntano il dito verso Palazzo Campanella: «C’è chi dagli scranni del Consiglio Regionale, pur essendo in Commissione Sanità, si lamenta della inadeguatezza dei servizi sanitari della Sibaritide per affrontare tale emergenza. Da che pulpito viene la predica. A ciò si aggiungano le rivendicazioni di incontri con Autorità laddove non si è timbrato neanche il cartellino di presenza. Questo episodio ha riacceso i riflettori sulla situazione del nostro porto per rivendicare dal governo regionale e nazionale quella autorità e attenzione che manca da anni soprattutto dall’attuale governance regionale. Così come è doveroso prospettare ed auspicare interventi economici verso la Sibaritide da sempre dimenticata e abbandonata dalle istituzioni».