Sciolto, disinvolto ed in camicia nera. Così si è presentato stamattina il giovane sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, al primo incontro con la stampa, convocato nella sala consiliare dell’estinto comune di Corigliano, nel centro storico ausonico, all’ombra del castello ducale. «Il primo di una lunga serie – ha esordito il numero uno di palazzo Garopoli – perché il nostro nuovo modo di vedere le cose e di amministrare una Città grande e complessa parte anche da qui, dal costante confronto con gli operatori dell’informazione che sono un termometro importante della gente». Un “uno contro tutti”, un incontro a tema libero, dove il primo cittadino ha voluto rispondere ad ogni domanda, provocazione ed anche a spunti di confronto su come muove il mondo alle latitudini della nuova terza Città della Calabria.

Subito a lavoro anche sulle “emergenze nascoste” 

E di spunti ne abbiamo dati tanti anche noi: dall’ambiente alla riorganizzazione della macchina comunale, per finire a chiedere al sindaco quali sono le «emergenze invisibili» della nostra Città. E ce ne sono tantissime e partono da quella impostazione della macchina comunale, che pensavamo (invano) avesse dato il commissario prefettizio, e finiscono alla quadratura dei conti di bilancio. «Ancora non sappiamo realmente qual è l’esatta condizione di cassa. Al momento ereditiamo un bilancio fatto dal Commissario e ci fidiamo di quanto ci diranno i revisori dei conti e i funzionari comunali. Certo è che la vera programmazione economica, quella politica, quella dove metteremo le mani – ha detto Stasi – partirà dal 2020».

Subito i concorsi per i dirigenti comunali 

Ma tra le priorità, ovviamente, c’è anche quella di dare un assetto più concreto, omogeneo univoco alla macchina comunale. «Perché sarà unificando veramente l’apparato comunale che si potrà iniziare ad avere un concetto di città». Ed è un concetto, quello di Stasi, che parte dalla riorganizzazione dai vertici: «Al momento Corigliano-Rossano – ha ricordato il sindaco – ha 5 dirigenti, due effettivi e altri tre nominati con art. 110 tuel (di fiducia, dall’allora commissario Bagnato) di cui uno solo di questi interno all’organico. Effettivamente, quindi, di dirigenti ne abbiamo due soltanto (considerato che quelli con il cosiddetto “110” non saranno riconfermati né ne saranno presi degli altri con questa formuala, perché il concetto di dirigenza fiduciaria è da sempre indigesto al primo cittadino, ndr). Ed è inammissibile che una città di 80mila abitanti abbia solo due dirigenti. Perché così è difficile far funzionare le cose». Ecco allora la ricetta: «Da settembre avvieremo le procedure di reclutamento di personale che abbia i requisiti da sesta qualifica così da iniziare a colmare questo gap. Poi passeremo alla rimodulazioni degli uffici nell’ottica di un’unica città, senza servizi o uffici fotocopia».

Cittadella comunale, «queste cose di stampo sovietico non ci piacciono» 

C’è poi un’altra questione sulla quale Stasi è sembrato chiarissimo. Quella della nuova cittadella degli uffici che la legge regionale costitutiva della nuova Città di Corigliano-Rossano prevede e la insedia nel territorio di Insiti (al centro del territorio dei due estinti comuni). «A noi queste cose di stampo sovietico non è che ci piacciano molto e per quanto mi riguarda non c’è ragione per spendere soldi ad un nuovo ufficio comunale. Utilizziamo e bene quelli che ci sono».

In archivio anche il depuratore consortile 

Insieme alla cittadella comunale, un’altra delle cose che andrà in archivio, ancor prima di essere realizzate, sarà il depuratore consortile di Corigliano-Rossano, una mega opera di oltre 20 milioni di euro (14 per parte pubblica) voluta dall’allora Amministrazione di Rossano a guida Antoniotti. «Non si farà – ha ribattuto serafico il Primo cittadino – l’idea di un depuratore consortile è completamente da archiviare. Piuttosto con quegli stessi soldi ne realizzeremo due nuovi: uno in area Rossano e l’altro in area Corigliano potenziando l’impianto intermedio di Boscarello e sistemando gli altri. E questo perché la priorità oggi è quella di rimodulare e potenziare la rete fognaria della città che è veramente allucinante. In questi primi giorni da sindaco – ha raccontato Stasi – abbiamo effettuato decine di interventi e verifiche sulle condotte e vi dico soltanto che non hanno nemmeno i requisiti minimi per essere definite tali».

La “bomba” del depuratore Sant’Angelo 

In tutto questo, poi, c’è la “bomba” del depuratore Sant’Angelo: un impianto costruito cervelloticamente e senza prospettiva nel cuore del borgo marinaro di Rossano, tra le case e a ridosso di un torrente; un collettore che ormai a cadenza annuale è attenzionato dalla magistratura per i danni ambientali che provoca, spesso sversando liquami tal quale in mare. Bene, ad inizio mese sarebbero dovuti iniziare i lavori alla condotta sottomarina del depuratore Sant’Angelo, quella che – almeno in premessa – dovrebbe scaricare l’acqua depurata in mare a circa 300 metri dalla costa. «Questi lavori sono iniziati e finiti sul nascere – ha detto Stasi – perché la ditta incaricata ci ha informati che non è possibile ripararla ma va totalmente sostituita». Sarà una buona occasione, dunque, per verificare finalmente se su quel tratto di condotta esista davvero il famigerato bypass che a detta di molti, sverserebbe fogna in mare quando arriva il “troppo pieno” nel depuratore.

Dal Tribunale alla Sanità, le grandi questioni del territorio 

Ma quella di stamattina è stata anche l’occasione per parlare di grandi temi. Quelli della sicurezza, della giustizia e della sanità – ovviamente – sono stati quelli più gettonati, considerato che nella settimana appena conclusasi nel territorio comunale si è consumato un duplice omicidio di ‘ndrangheta e l’ospedale spoke ha nuovamente dato segnali di evidente sofferenza con reparti a corto di personale medico e la minaccia della chiusura di uno dei due pronto soccorso sempre dietro l’angolo. Anche su questo, il sindaco “in camicia nera” (e per carità, è solo una battuta su uno stile casual che sicuramente gli dona) ha detto la sua senza mezze misure. «C’è un problema sicurezza. C’è sempre stato e bisogna contrastarlo. Ma l’unico modo per iniziare un cammino di bonifica è quello di riportare forte su questo territorio è la presenza dello Stato. E quale migliore presidio di legalità e sicurezza ci può essere se non un tribunale. Che poi lo costruiscano a Sibari, piuttosto che a Schiavone, quello non importa. Ma abbiamo bisogno di Stato. Che al momento non c’è. Nei prossimi giorni – ha poi annunciato – sarò chiamato in audizione dalla Commissione Giustizia ed in quella occasione farò presente tutte le disfunzioni del sistema giudiziario territoriale». Sulla sanità, invece, Stasi dice di essere pronto «alla barricate e alla mobilitazione se la Regione e chi gestisce oggi il comparto sanitario regionale non renderà efficiente il nostro ospedale spoke: senza reparti fotocopia e con una capienza di posti letto adeguata all’esigenza». Patti chiari… amicizia lunga.