La vera battaglia da vincere per il futuro della città di Corigliano-Rossano è la sua elevazione a capoluogo di provincia insieme a Crotone, altrimenti il progetto di fusione si rivelerà un flop. È quanto sostiene il comitato spontaneo della provincia della Magna Graecia che prevede l’istituzione di una nuova Area Vasta lungo tutto l’arco jonico con due capoluoghi: Corigliano-Rossano a nord e Crotone a sud.

A parere dei movimentisti «l’istituzione di capoluogo di una Provincia (o Area Vasta) blinda un territorio da eventuali scippi, eleva un’area a punto di riferimento nelle strategie di pianificazione pubblico-privata, riconosce il territorio come base di partenza nelle gerarchie dei partiti, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni di categoria, tutti organismi centralizzati grazie al riconoscimento del capoluogo. Senza tutto questo Corigliano-Rossano rimarrà solo un paese leggermente più grande rispetto a prima. L’esperienza di Crotone, che è già capoluogo ma di una piccola provincia, deve far riflettere sull’importanza fondamentale di una società oggi incentrata sulla logica dei numeri. Un capoluogo di una provincia di modeste dimensioni si rivela quasi inutile, se non inutile, mentre un progetto di provincia di proporzioni più consistenti come la proposta Magna Graecia (420mila abitanti e due capoluoghi) avrebbe una valenza parimenti alle altre province storiche calabresi».

L'appello alla politica regionale 

È la sfida del futuro, si sottolinea in un documento, che guarda a principi di pari dignità con i capoluoghi storici verso i quali non ci si pone in contrapposizione ma con atteggiamento di equilibrio e reciproco rispetto.

Tanti i punti in comune tra Crotone e Corigliano-Rossano a partire dalle questioni delle infrastrutture, due città che si affacciano sul mare con altrettanti porti, sistema trasportistico, economico, culturale. «Un nuovo ambito permetterebbe l'ottimizzazione dei servizi e una nuova redistribuzione del gettito di Stato e della fiscalità.  Un passo importante è stato già fatto! Da qui ai prossimi due anni, l'area della Magna Graecia è già stata compresa in un unico collegio elettorale. Giocoforza la realtà Crotoniate, Silana, Sibarita e Federiciana, si ritroveranno a parlare la stessa lingua. Quella che nei fatti avrebbero dovuto sempre parlare, ma che strabiche visuali centraliste hanno preferito impedire per tutelare gli interessi di bottega, mantenendo ambiti succinti utili quali serbatoio ad ogni campagna elettorale».

L’appello è ora rivolto agli schieramenti politici in campo per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria: «E proprio al prossimo Consiglio regionale spetta il compito di sanare una devianza che prevede collegi diversi, nella stessa Regione, a seconda della tipologia di elezioni di riferimento. Non è concepibile che il Crotoniate e la Sibaritide si ritrovino nel medesimo collegio politico e per la campagna regionale agiscano come feudi agli interessi dei rispettivi (e reciproci) centralismi di Cosenza e Catanzaro. Il Consiglio che verrà dovrà affrontare la problematica di uniformare gli ambiti di collegio secondo criteri di logicità e soprattutto di affinità tra territori. Stabilire dei collegi in ambito regionale che ricalchino quelli nazionali, significherebbe, riportare la politica sui territori, rimettendo al centro il ruolo delle "poleis" e complessivamente riformando un destrutturato e fallito "Sistema Calabria"».