«Il presidente della Giunta regionale ieri con un colpo di spugna ha tentato, con una proposta di legge “fuori sacco”, non iscritta all’ordine del giorno del Consiglio, di evitare una discussione sul fallimento del Corap, ente che gestisce gli ex consorzi industriali della Calabria. Una proposta di legge con il chiaro intento di cercare di nascondere le responsabilità del governatore sugli sprechi, le clientele che hanno caratterizzato la gestione del Corap da parte di chi è stato chiamato a dirigerlo in questi sei anni con nomina del presidente della Giunta regionale». È quanto si legge in una nota del consigliere regionale Carlo Guccione. «Una proposta – scrive - che non si preoccupava neanche di salvaguardare i livelli occupazionali di oltre cento dipendenti, ma autorizzava il commissario del Corap a poter utilizzare la liquidazione coatta amministrativa dello stesso Ente non prevista nell’attuale normativa regionale.

La vera malagestione di questo nuovo ente, che viene costituito formalmente dall’attuale Giunta regionale, è emersa in questi anni con la mancanza di un vero e proprio Piano che affrontasse la riduzione del debito attraverso un rilancio della politica industriale abbattendo i costi superflui. È successo invece che ad oggi non risultano approvati i bilanci del Corap degli anni 2016, 2017, 2018, né gli atti fondamentali previsti dall’articolo 15 della legge regionale 24/2013 quali lo Statuto, il regolamento di organizzazione e funzionamento, il programma annuale delle attività».

 

Il consigliere regionale ricorda pure di aver presentato «a marzo 2019 un’interrogazione per conoscere quali iniziative urgenti volesse assumere per evitare che il Corap potesse precipitare in una crisi irreversibile. Solo attraverso una reale programmazione a medio termine, attraverso l’adozione di un piano industriale si potrebbe rilanciare il Consorzio e dare la possibilità all’Ente di uscire da questa situazione che rischia di portare a una irreversibile insolvenza economico-finanziaria. Interrogazione alla quale non è mai giunta risposta. Sono trascorsi mesi, ma registriamo solo inerzie e incompetenze che hanno prodotto come risultato un punto di non ritorno».