Il testo depositato a Palazzo Campanella dall'esponente di de Magistris presidente si propone quale strumento utile a rigenerare i territori e a favorire la partecipazione dei cittadini
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Promuovere e regolamentare la cooperazione a carattere di mutualità e senza fini speculativi, allo scopo di far sì che i cittadini possano riappropriarsi di beni e servizi che sono patrimonio comune.
Questa la ratio del progetto di legge regionale per il sostegno alle Cooperative di comunità, depositato in Consiglio regionale da Antonio Lo Schiavo (de Magistris presidente).
«Le Cooperative di comunità – si legge in una nota - possono rappresentare uno strumento fondamentale per realizzare investimenti e garantire servizi che lo Stato non riesce più ad assicurare. Esse hanno come esplicito obiettivo quello di produrre vantaggi a favore di una specifica comunità attraverso la produzione di beni e servizi che incidano in modo stabile e duraturo sulla qualità della vita. Il suo ambito d’azione può essere multisettoriale e prevede una pluralità di scambi mutualistici, ad esempio, nei settori del turismo e della valorizzazione del patrimonio culturale e naturale; nella produzione di energia e nell’efficientamento energetico; nella tutela e manutenzione del paesaggio e nella valorizzazione delle produzioni locali».
Realizzare una Cooperativa di comunità, ribadisce Lo Schiavo, contribuisce a creare un coordinamento stabile delle attività di cittadinanza solidale: può creare nuovi posti di lavoro, rafforzare o reintrodurre servizi alla comunità oggi non più sostenibili, valorizzare il ruolo dell’associazionismo, la creatività delle donne e dei giovani e l’esperienza delle persone anziane.
Mantenere viva, attiva, coesa e solidale la comunità locale e mettere a valore le energie che essa costantemente produce – argomenta l’esponente del Polo civico - rappresentano il fine ultimo di questa proposta di legge. Ma la nascita di una Cooperativa di comunità ha tra i suoi principali obiettivi anche quello di reagire al declino e allo spopolamento dei piccoli centri.
«In Calabria ci sono 327 comuni con meno di 5 mila abitanti (pari all’80,94% del totale), nei quali vivono complessivamente oltre 615.569 persone (il 33,8% della popolazione). I piccoli centri rappresentano, dunque, una parte importante della nostra regione, ma la carenza di servizi essenziali e l’assenza di investimenti privati rendono sempre più drammatici lo sgretolamento sociale, il peggioramento delle condizioni di vita e il conseguente spopolamento. Questa proposta di legge offre una cornice legislativa ad una nuova forma di impresa impegnata nello sviluppo dei territori e si propone di essere uno strumento utile a rigenerare i territori e a favorire la partecipazione delle persone nella costruzione del futuro della propria comunità».
Nei prossimi giorni attraverso una serie di iniziative di confronto con i sindaci e le organizzazioni cooperative, Lo Schiavo si propone di illustrare il testo normativo per verificare e migliorare le indicazioni contenute nella proposta di legge.