A chiudere il focus sulla possibile abolizione della riforma Delrio, abbiamo incontrato Sergio Ferrari, sindaco di Cirò Marina. «Vivaddio che, dopo nove anni di disastri, oggi tutti si accorgano dei danni che ha provocato la Delrio», ci dice subito a scanso di ogni equivoco su quello che è il suo pensiero. Così dopo gli appelli degli ex presidenti Talarico e Zurlo c’è l’approvazione anche dell’attuale Presidente della Provincia di Crotone, oltre alla convergenza di governo ed opposizioni in Parlamento: tutti d’accordo a tornare al voto popolare per le Province. Ma con Ferrari ne abbiamo approfittato anche per approfondire il tema del clima politico generale crotonese che, come di consueto, fa sponda con gli equilibri calabresi.

Ferrari, l’ex presidente Talarico in primis, ma non solo lui, l’ha punzecchiata circa il trasversalismo che l’ha portata a guidare l’Ente. Lei ha anche rilanciato nelle scorse settimane con l’assemblea del “partito dei sindaci” benedetto anche dal Presidente Occhiuto. Reputa anche lei urgente alzare l’autorevolezza della rappresentanza di questo territorio crotonese così martoriato?
«Sicuramente si, ma è necessario essere corretti sempre. Se si dice che la Provincia deve tornare ad essere punto di riferimento, poi bisogna essere coerenti quando si riesce a farla diventare tale. A proposito della mia elezione, seppur con un suffragio di secondo livello, si è riscontrato un consenso da parte di moltissimi amministratori da tutto il territorio, non capisco le punzecchiature. Oggi la Provincia di Crotone rappresenta tutto il territorio ed anche in maniera bipartisan, e questo è un oggettivo valore aggiunto; anche quando si diventa sindaci, è necessario andare oltre l’appartenenza politica».

Bilancio, dipendenti, scuole e strade. Cosa ha trovato e come state intervenendo?
«Ecco questi sono i temi interessanti perché i risultati negativi portati dalla riforma Delrio sono evidenti a tutti e non solo per la Provincia di Crotone, ma per tutti gli enti intermedi d’Italia. Se da un lato sono stati ridotti i trasferimenti, c’è stata anche una consistente riduzione delle entrate proprie come la tassa automobilistica, facendo venire meno gli interventi possibili sulle funzioni storiche quali viabilità ed edilizia scolastica. Ed i problemi di bilancio hanno addirittura messo in discussione stipendi e struttura».

Sono ancora a rischio gli stipendi? Com’è oggi la situazione dell’indebitamento da assunzione di derivati che erano stati emessi dall’Ente?
«Io ho trovato ritardi ed arretrati. Da quando mi sono insediato, invece, i dipendenti non hanno subito un solo giorno di ritardo nella regolare erogazione delle retribuzioni, anche perché tutte le cose camminano sulle gambe di donne ed uomini, e ritornare a far respirare l’aria di appartenenza, era fondamentale. Il rischio però sussiste sempre, ed è dovuto proprio all’urgenza di ripristinare il meccanismo delle entrate proprie dell’Ente anche perché i pochi finanziamenti che arrivano sono tutti vincolati a destinazioni specifiche. Per quanto riguarda i derivati stiamo proseguendo a rispettare le obbligazioni che tra poco andranno, in parte a spirare, lasciando spazi essenziali di manovra in bilancio».

Per tornare alle cose concrete, com’è la situazione di strade e scuole della nostra provincia?
«Sono le due deleghe principali che gestiamo. È stato subito evidente, al mio insediamento, uno stato di abbandono assoluto. Nel nuovo piano degli interventi abbiamo subito dato dei piccoli segnali soprattutto ai comuni dell’entroterra che avevano urgente necessità di poter ritornare a sentirsi parte di un unico territorio, e siamo riusciti almeno a mettere in sicurezza alcune assi fondamentali di raccordo viario. Per quanto attiene l’edilizia scolastica è stato ancora più importante che nella viabilità, mettere a sistema una serie di finanziamenti ottenuti ed in via di definizione. Così su alcune manutenzioni ordinarie e straordinarie, stiamo costruendo i presupposti per incidere, contestualmente, su poste di bilancio future. Per fare un solo esempio sugli impianti di riscaldamento, nonostante la nota congiuntura sugli aumenti dei costi delle forniture, stiamo terminando l’intervento di sostituzione dell’intero impianto di riscaldamento dell’Istituto Donegani di Crotone evitando di continuare a spendere soldi per rattoppare quello esistente, che era vetusto e fatiscente. Nonostante qualche settimana di ritardo, dovuto proprio alla rimodulazione dei prezzi, abbiamo risolto definitivamente il problema con notevole risparmio strutturale nei prossimi anni».

Non possiamo non fare cenno alla conferenza dei servizi sulla bonifica dei siti industriali di Crotone che vi vede protagonisti assieme a Regione, Comune e Ministero. Che posizione assumerà?
«Posto che i problemi posti da Eni si inseriscono in un quadro generale di deficienza della situazione discariche (non solo di rifiuti speciali come le scorie industriali), arriveremo al tavolo esprimendo parere contrario al progetto di variante al POB (Piano Operativo di Bonifica n.d.r.) Fase 2, presentato da Eni Rewind per la realizzazione di una discarica di scopo per rifiuti TENORM con amianto, derivante dalle operazioni di bonifica della Discarica ex Fosfotec Farina –Trappeto all’interno del sito Eni Rewind di Crotone. Ma così come espressamente richiesto nella stessa risoluzione approvata all’unanimità in Consiglio Provinciale, solleciteremo i soggetti preposti a produrre eventuali ulteriori proposte progettuali alternative, ma compatibili con le esigenze ambientali del territorio e con tutti i vincoli della normativa vigente. E sempre nella consapevolezza, ribadisco, che esiste un problema “rifiuti” e non solo della bonifica; un problema che va affrontato coinvolgendo l’intero territorio provinciale a partire da associazioni ed ordini professionali».