VIDEO | Il leader del Movimento 5 stelle a Reggio dove ha incontrato l'imprenditore sotto scorta Tiberio Bentivoglio. Con lui l'ex magistrato Cafiero De Raho candidato del M5s. Duro attacco a Meloni e Renzi: «Se la prendono con la povera gente» (ASCOLTA L'AUDIO)
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È durata poco più di un’ora e mezza la visita in riva allo Stretto del leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, arrivato al museo Archeologico di Reggio Calabria intorno alle 11,30. Ad attenderlo una piccola folla di aficionados che al grido di “Conte, Conte” lo hanno accompagnato fin dentro Palazzo Piacentini. Qui l’ex presidente del Consiglio in compagnia della truppa di parlamentari uscenti e candidati alle prossime politiche ha visitato la sala dei Bronzi di Riace, soffermandosi insieme a Federico Cafiero De Raho davanti alle due statue per ascoltare le informazioni delle guide del MaArc.
Subito dopo una passeggiata sul Corso Garibaldi, la via principale della città, condita da selfie, strette di mano e autografi, per poi raggiungere l’attività commerciale di Tiberio Bentivoglio, imprenditore che non si è piegato alle angherie della ‘ndrangheta, con cui si è intrattenuto quasi per un’ora in un colloquio privato.
Solo intorno alle 13 ha guadagnato il palchetto allestito dai militanti alla “rosa dei venti” del Lungomare Falcomatà, dove ha parlato, sempre affiancato da Cafiero de Raho, dei temi più scottanti dell’attualità politica. Non una folla oceanica ai suoi piedi. Gruppi di militanti sono arrivati un po' da ogni angolo della Calabria, con cartelli e tanta carica per l’ex premier, che però non ha registrato l’entusiasmo, almeno in termini di presenze, che toccò con mano a settembre del 2021 quando approdò a Piazza De Nava, in un incontro elettorale a sostegno di Amalia Bruni in corsa per le regionali. Tanto che poi chiuse la campagna elettorale proprio a Reggio in piazza indipendenza davanti a migliaia di persone. Certo è, però, che la figura di Conte continua a suscitare fiducia tra la gente, anche tra chi non vota per il Movimento, e su questo fa leva il nuovo leader pentastellato per la rimonta nei confronti del centrodestra. Militanti e non lo hanno quindi letteralmente scortato fino ai gazebo allestiti sul Lungomare.
Da lì “l’avvocato del popolo italiano” ha arringato i suoi, puntando forte sul reddito di cittadinanza: «Sono indignato per coloro che parlano contro questa misura. I parassiti sono i mafiosi non chi percepisce il reddito di cittadinanza. Come si permette chi sta da 20 o 30 anni in politica pagato coi soldi pubblici, di dare dei parassiti a chi è in difficoltà? Questa cosa è una cosa indegna».
Poi, ha migliorato la mira: «Non posso accettare che Giorgia Meloni e Matteo Renzi definiscano poltronari e parassiti chi percepisce il reddito di cittadinanza, parlando di metadone di Stato. Invece dei mafiosi non ne parlano mai, parlano solo della povera gente che è in difficoltà e ricorre al sostegno dello Stato. Questo è un mondo capovolto e ci vogliono far credere che sia la normalità».
Sulla lotta alla criminalità ha insistito De Raho: «Ci troviamo a Reggio che ha bisogno di rinascere. Insieme ce la possiamo fare perché la criminalità può essere battuta. L’importante è seguire le regole, la trasparenza, i principi della nostra costituzione. La dignità è il primo presupposto. È necessario impegnarsi e sacrificarsi proprio perché si possa capovolgere questo sistema criminale che va abbattuto. Ma bisogna muoversi con la schiena dritta, guardare in alto, mai piegarsi, soprattutto credendoci. Siamo noi che dobbiamo reagire e insieme riusciremo. L’importante dare il voto a chi è in condizione di farlo. Brava Calabria, vincerai e sarai una delle prime Regioni».