VIDEO | A Gioia Tauro erano tante le aspettative per la visita del premier, ripresa ampiamente dai giornali nazionali ma snobbata dalla politica regionale
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Parlare di Sud all’Italia intera, e farlo da una scuola di Gioia Tauro. Ieri la Calabria per il premier Conte più che il salotto abbellito alla meno peggio - con un cerimoniale predisposto in 12 ore dall’istituto di Istruzione superiore Severi Guerrisi – ha fatto da sala stampa per illustrare un Piano decennale, l’ennesimo, i cui numeri a futura memoria nessuno ricorderà.
Una sintesi comunicativa azzeccata, del resto il selfie del presidente ce lo ritroviamo nella seconda pagina di Corriere e Repubblica, ma non è poca la delusione provocata dalla seconda toccata e fuga del premier in questo Mezzogiorno estremo assetato di ribalte mediatiche nazionali.
Unica digressione del viaggio last minute il caffè in un bar del centro, con la politica regionale che ha disertato l’evento, sfuggendo finanche alla tentazione della foto opportunity. Conte arriva e la governatrice Santelli sul suo profilo facebook pensa alla festa di San Valentino, Falcomatà non prende l’auto per scappare nella “sua” Gioia Tauro, Callipo si limita ad una lettera aperta e in sala fa notizia il fiuto diplomatico di Gigi Fedele: il dirigente scolastico omaggiato dal governo giallo rosso, Giuseppe Gelardi, oltre ad essere suo compaesano era candidato nel “suo” Udc alle recenti regionali.
Centrosinistra tradito dal viaggio a sorpresa deciso e annunciato all’ultimo momento, neanche i 5 stelle fanno festa, e tutti lasciano campo libero al mini bagno di folla del premier. Niente a che vedere con i precedenti del presidente Fanfani che girava in città negli anni 60 e di Prodi che andò in quello che all’epoca era il porto dei miracoli.
Un secolo fa, appunto, quello in cui ai premier si offrivano i dossier di un sud ospitale ma politicamente trascurato. Due governi Conte, altrettante visite in Calabria: l’altra volta fu per il decreto sanità che non ha portato molta fortuna. Incrociamo le dita, sperando questa volta che lo strafalcione della foto di Trieste nel Piano per il Sud sia l’unico errore.