Dietro il paravento della stabilizzazione c'è il tentativo di sistemare gli amici degli amici prima delle elezioni alla modica cifra di 5 milioni di euro. Spirlì contrario: «Non posso violare la legge». I nomi
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Nel prossimo Consiglio regionale “sciolto” (cioè in carica solo per gli affari correnti in attesa di nuove elezioni) è previsto un blitz preelettorale di quelli di peso e tassativamente bipartisan. Una infornata di assunzioni senza concorso cammuffata da “lotta al precariato storico regionale” che ha fatto venire l'acquolina in bocca anche ad un sonnecchiante Partito Democratico che fino a ieri denunciava tramite Francesco Pitaro (formalmente capogruppo del misto, ma avvicinatosi da tempo ai dem) l’approvazione di atti illegali in consiglio regionale, mentre Carlo Guccione, paventando la “captatio benevolentiae” della destra, annunciava fantomatici ricorsi dei quali non vi è traccia. Ora, con l’imminente annuncio dello slittamento delle elezioni, non si può correre il rischio di deludere gli amici degli amici (e i loro parenti) facendoli rimanere a bocca asciutta senza uno stipendio pubblico regionale. Un giochetto da 5 milioni di euro per 208 assunzioni con retribuzioni da 1360 a 1475 euro per 16 mesi.
Anche i co.co.pro a chiamata diretta dei politici indagati
L’obiettivo impellentemente urgente dei consiglieri regionali, non più nel pieno delle loro funzioni dopo l’ultima seduta “del congedo” di quasi 5 mesi fa (era il 10 novembre 2020), è quello di combattere il precariato storico regionale. Una crociata in merito alla quale si è esposto pubblicamente l’assessore regionale al Welfare in quota Fratelli D’Italia Fausto Orsomarso che sui social il mese scorso aveva annunciato: «Per quanto mi riguarda e ci riguarda insieme anche alla Presidente Santelli avevamo pianificato un lavoro che chiudesse il precariato storico regionale e cioè tutte le leggi che, recepite nche le norme nazionali, riguardavano la contrattualizzazione con la Regione Calabria» e ciò «dopo 5 lunghi anni di silenzio di chi ci aveva preceduto».
Sull’argomento l’attenzione si pone alla legge regionale 1 del 2014 che per quanto riguarda lavoratori che abbiano svolto lavori di pubblica utilità e lavoratori Lpu ha istituito un apposito elenco regionale. «L’elenco regionale istituito ai sensi del comma 1 deve essere costituito da lavoratori impegnati in attività socialmente utili e di pubblica attività alla data di pubblicazione della presente legge» si legge nel testo della normativa emanata nel gennaio 2014, in piena epoca Scopelliti.
Sei mesi dopo, con un’altra legge regionale emanata espressamente col fine di “interpretare” la legge precedente, la numero 12 del 7 luglio 2014, il Consiglio regionale della Calabria decide che nell’elenco regionale dei precari ci debbano essere anche tutti i lavoratori di Enti partecipati interamente dalla Regione che abbiano svolto “alla data del 31.12.2007, almeno due anni di attività, anche mediante co.co.pro., alle dipendenze di tali enti partecipati e/o che siano in servizio alla data in vigore della presente legge”.
Insomma, nel calderone ci sono entrati dentro tutti, anche gli ex co.co.pro. di Calabria Etica, Calabresi nel mondo e Field che sono stati al centro di scandali sulle assunzioni clientelari su base regionale. Non è lontana nel tempo l’inchiesta su Calabria Etica che ha portato a processo l’ex presidente Pasqualino Ruberto che, oltre a vari co.co.pro e contratti vari ad assunzione diretta stilati tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 (facendo diventare l’ente sub regionale un “assumificio”, come venne descritto all’epoca), assunse con un contratto a progetto triennale da complessivi 114mila euro lordi pure la sua fidanzata.
Stessa solfa per la fondazione Calabresi nel mondo che ha portato alla sbarra l’ex presidente e deputato verdiniano Pino Galati, imputato per aver proceduto all'assunzione di un cospicuo numero di collaboratori prevalentemente del lametino proprio nella Fondazione da lui presieduta e a fini clientelari per mantenere e incrementare il proprio bacino elettorale. Anche la Fondazione Field è finita nel vortice delle inchieste della magistratura, facendo venire alla luce una presunta appropriazione indebita di fondi da parte dell'ente in house regionale: fiori e piante, consulenze e locali che ha coinvolto l’ex presidente Domenico Barile.
Spirlì: «Non si può fare»
I cosiddetti “precari della legge 12” sono, quindi, finiti in un elenco allegato ad un decreto del dirigente del dipartimento lavoro Umberto Alessio Giordano, in attesa di eventi tra Fausto Orsomarso che spingeva per la contrattualizzazione e l’ex assessore regionale al bilancio Franco Talarico che, invece, frenava.
Il Presidente facente funzioni Nino Spirlì, in una delle sue ormai note dirette facebook, datata 17 febbraio, è stato lapidario: «Cari precari della legge 12 io vi ho nel cuore ma sapete perfettamente che io non sono il presidente giusto per risolvere questo problema. Perchè siamo in amministrazione ordinaria per cui io capisco tutte le vostre richieste e sono convinto che voi dobbiate avere una soddisfazione per le vostre richieste, ma non sono il Presidente giusto. Non posso e non voglio forzare la legge. Questa è la verità. Non si può fare, non si può chiedere di andare contro la legge. Se qualcosa è possibile fare lo deve fare una amministrazione votata con un Presidente eletto e con pieni poteri. Questa amministrazione ha poteri “potati” dalla condizione in cui si trova. Io non riesco a prendere in giro le persone, non sono in campagna elettorale, non mi piace giocare sulla vita delle persone. Non posso fare quello che non è nel mio potere».
Primo firmatario Vito Pitaro
Il primo firmatario della proposta di legge recante: “Misure straordinarie ed urgenti tese al progressivo superamento del precariato storico” che sarà portata nella prossima seduta del consiglio regionale è il capogruppo della lista “Jole Santelli Presidente”, Vito Pitaro.
Nella relazione illustrativa, firmata anch’essa da lui, si tenta di dare una cornice argomentativa (o giustificativa?) alle assunzioni utilizzando, in primis, ovviamente l’emergenza pandemica.
“L’emergenza sanitaria cagionata dalla diffusione della Pandemia da Covid 19 ha determinato una recessione dell’economia mondiale senza precedenti. La Calabria è certamente una delle regioni italiane che più risente della flessione economica in atto nella nostra nazione” si legge, “oggetto della presente proposta di legge è l’attuazione delle politiche attive del lavoro tese al progressivo superamento del precariato storico”. Insomma, urgono assunzioni per affiancare il personale dei Dipartimenti regionali (oggi in gran parte in smart working).
A chi competerà fare le assunzioni? Ad un’altra azienda regionale, Calabria Lavoro, anch’essa nota per i contratti di collaborazione a persone “note” alla politica regionale.
Nulla importa se il Consiglio regionale è sciolto perchè “rafforzare l’attuazione delle politiche attive del lavoro tese al progressivo superamento del precariato storico”, secondo la proposta di legge, ha i requisiti di necessità e urgenza (che, invece, Spirlì aveva escluso).
Operazione da 5 milioni di euro
Lo stanziamento è di 4.754.240 euro per gli anni 2021 e 2022 e riguarda l’assunzione per 16 mesi di 124 persone con uno stipendio da 1.475 euro mensili (categoria D) e 84 persone con uno stipendio da 1.360 euro mensili (categoria C). La proposta, sollecitata, come si è detto da Fausto Orsomarso e a prima firma Vito Pitaro, è stata sottoscritta da tutti gli altri capigruppo: Tilde Minasi (Lega), Antonio De Caprio (Fi), Filippo Pietropaolo (Fdi), Giacomo Crinò (Cdl), Marcello Anastasi (Iric), Giuseppe Aieta (DemPro), Domenico Bevacqua (Pd) e Francesco Pitaro (misto).
Ecco gli assunti eccellenti
Soffermandosi sull’elenco dei 208 “quasi assunti” dalla Regione, non sono pochi i nomi che balzano agli occhi e connessi alla politica. Nella lista abbiamo Bianca Maria Vitalone, già al centro dello scandalo del “super co.co.pro” di Pasqualino Ruberto a Calabria Etica e l'avvocato vibonese Eugenio Penna, già candidato alle ultime amministrative di Vibo Valentia con il centrosinistra e pupillo dell’ex senatore Franco Bevilacqua, oggi coordinatore regionale di “Cambiamo!”, il movimento di Giovanni Toti.
Folta è la truppa lametina con Ketty Riolo, già candidata alle elezioni comunali di Lamezia Terme con la lista civica di Eugenio Guarascio (candidato del Pd); Giusy Ruberto, presidente della pro-loco di Lamezia Terme e figlia di Vincenzino Ruberto, candidato Udc alle ultime amministrative cittadine; Pasquale Scaramuzzino; l’ex assessore comunale di Forza Italia Michelangelo Cardamone e Antonio Furgiuele, fratello del deputato della Lega Domenico Furgiuele (che da tempo in autonomia dal fratello sta conducendo una battaglia politica pubblica per i "precari della legge 12", arrivando a scontrarsi sui social con il capogruppo dell'Udc Giuseppe Graziano).
Presente in “quota Paravati” Serafina Varone, parente del capo della protezione civile ed ex commissario di Calabria Lavoro, Fortunato Varone. In elenco anche Andrea Mazzei, già componente della struttura del consigliere regionale del Pd, Giuseppe Giudiceandrea e Elvira Putame da San Pietro Maida, già collaboratrice del gruppo consiliare “Autonomia e diritti” di Agazio Loiero e poi planata tra Fondazione Field e Calabria Etica. Compare anche Bruno Squillaci, commissario di Fratelli d’Italia di Bovalino e Fabio Valente da Serra San Bruno, responsabile amministrativo nella struttura del Presidente della Regione, Nino Spirlì.
Insomma, dietro il mare magnum della lotta al precariato regionale, ci sono gli amici degli amici di tutta la politica presente in Consiglio regionale.