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“L'esclusione di Forza Italia, la principale formazione politica di opposizione per numero di eletti e di voti conquistati, dall'ufficio di presidenza del consiglio regionale, costituisce una grave menomazione della democrazia rappresentativa – ha dichiarato Tallini dopo il voto - Se la memoria non mi inganna è la prima volta in assoluto nella storia della Regione che alla minoranza più consistente viene negato il diritto di fare parte dell'Ufficio di presidenza. Comincia male, malissimo, il percorso di questa legislatura, che si è aperta sventolando la bandiera del consociativismo e del trasversalismo, vale a dire i grandissimi mali della nostra terra. Se sul piano procedurale, l'elezione dell'ufficio di presidenza, frutto dell'accordo nazionale tra Pd e Nuovo centrodestra, è ineccepibile, sul piano politico equivale ad una macchia che sarà difficile cancellare. Il presidente Scalzo, a cui faccio gli auguri più sinceri di buon lavoro, non potrà mai dire di rappresentare l'unità dell'Assemblea regionale, perché l'esclusione, a colpi di blitz, del principale partito di opposizione non consentirà mai all'Ufficio di presidenza di considerarsi un organismo democraticamente normale”.
“Cosa si nasconde – continua Tallini - dietro questa manovra a tenaglia per escludere Forza Italia? Altro che Patto del Nazareno. Il Patto di Palazzo Alemanni è qualcosa di più grave e di oscuro e presto sapremo quali saranno le contropartite, forse nel settore della sanità, dove il ministro Lorenzin ha fatto valere le sue ragioni di partito, più che le ragioni della collettività. Sapremo se la sanità è stata merce di scambio. Meglio avrebbe fatto il presidente Oliverio a cementare elettoralmente l'alleanza con Ncd, invece di ricorrere a questi trucchi da prestigiatore, presentandosi all'elettorato come capo di una coalizione uguale a quella di Roma. Avrebbe fatto migliore figura e non avrebbe ingannato gli elettori”.