È stata fissata per il 26 luglio la prossima seduta del consiglio regionale. Una seduta preceduta dalla polemica dell’opposizione che nella capigruppo di stamane aveva chiesto di inserire nell’ordine del giorno la richiesta di indizione del referendum abrogativo della legge sull'autonomia differenziata.

La minoranza da tempo chiede che la proposta, da lei depositata, venga discussa direttamente in aula, senza passare dalle commissioni competenti. Questo per l’urgenza della materia e considerando che anche altre leggi hanno seguito questo percorso “abbreviato”. Il centrodestra invece ha fatto muro, a testimonianza di come l’argomento sia spinoso per la maggioranza regionale. Alla fine il presidente del consiglio, Filippo Mancuso (che pure non ama la “Calderoli”) ha trovato una finta mediazione. Unica concessione sarà chiedere alla presidente della Prima commissione, Luciana De Francesco (FdI), di inserire alla prima riunione utile il punto nell’ordine del giorno. Insomma, un modo per prendere tempo, visto che così prima di settembre la questione non verrà discussa dal consiglio e la temperatura intorno al tema forse si sarà un po’ abbassata.

Leggi anche

Autonomia differenziata, la minoranza protesta 

«Esprimiamo profonda amarezza e delusione per l’atteggiamento assunto dalla maggioranza di centrodestra in occasione dell’odierna riunione della Conferenza dei capigruppo – scrivono in una nota stampa i consiglieri regionale del Pd-. Il presidente Mancuso insieme ai presidenti degli altri partiti di centrodestra hanno deciso di non considerare e bocciare la richiesta proveniente dai capigruppo Mimmo Bevacqua (Pd), Davide Tavernise (M5s) e Antonio Lo Schiavo (Misto), ai quali si è aggiunto anche Ferdinando Laghi, di inserire all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio regionale la proposta sul referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata senza alcun passaggio in Commissione».

Leggi anche

«Ci saremmo aspettati ben altro atteggiamento – afferma ancora il gruppo consiliare dei dem – considerando la natura politica della richiesta, l’importanza del tema per il futuro della Calabria e l’urgenza con la quale è necessario agire e che ha già portato diverse altre regioni italiane a determinarsi. Evidentemente il centrodestra calabrese preferisce continuare a mettere la testa sotto la sabbia per non infastidire i manovratori romani che vogliono affossare il Sud. Decidere, così come ha fatto la maggioranza oggi in Conferenza dei capigruppo di affidare la trattazione della ppa alla Commissione competente equivale a negare l’attualità e l’urgenza della questione e della necessità che il Consiglio regionale assuma una posizione netta e chiara in merito».

Leggi anche

Arriva in Aula la legge sulla fusione Cosenza-Rende-Castrolibero

Respinta questa richiesta delle opposizioni, non significa che il consiglio regionale prossimo sia privo di temi “caldi”. Arriverà infatti in aula la proposta di legge sulla fusione fra le città di Cosenza, Rende e Castrolibero che sta facendo tanto discutere. Dai Municipi interessati è arrivata da tempo la censura sul metodo utilizzato per arrivare alla legge che istituirà il referendum. Le critiche si sono concentrate soprattutto sulla legge Omnibus che ha riformato la vecchia legge regionale sulle fusioni tagliando fuori le deliberazioni dei consigli comunali e rendendo consultivo il referendum. Se la legge passerà in aula, quindi, si arriverà subito alla consultazione popolare già probabilmente in ottobre. Su questo il centrodestra, che attualmente non governa nessuna grande città della Calabria, ha tutta l’intenzione di spingere.