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Oliverio contro il governo Renzi - "C'era un impegno sulla mia nomina". Non usa giri di parole Mario Oliverio, e decide di alzare il livello dello scontro con il governo Renzi, che non ha dato il via libera alla nomina del commissario. Il presidente ricorda infatti che dal suo insediamento all'entrata in vigore delle nuove norme che lo escludono dalla partita, quelle inserite nella Legge di Stabilità e nel Patto della Salute, sono passate varie settimane. Settimane in cui Renzi avrebbe dovuto nominarlo, come da accordi. E invece siamo alla seconda settimana di marzo, e la nomina del commissario si è trasformata in telenovela, lasciando un settore fondamentale per la regione senza guida. Oliverio la settimana scorsa ha presentato il suo piano di riforma, e ha ribadito che il commissariamento dovrà interrompersi fra pochi mesi, chiunque sia il prescelto. Alla fine il nome uscirà dalle trattative a Roma, e sarà scelto da Renzi e dalla Lorenzin.
"Sono convinto che la Calabria abbia bisogno di un governo responsabile per uscire da una logica prettamente ragioneristica - ha spiegato Oliverio - Mi auguro che il giochino del totonomi si chiuda al più presto. Se non sarà così, bisognerà valutare iniziative diverse. Non è possibile che la Calabria subisca ancora. Ho 62 anni e non mi intimidisco. L'unico mio punto di riferimento sono gli interessi dei calabresi".
Fondi Ue e giunta Scopelliti - Oltre un'ora è durato l'intervento del presidente della Regione, che ha avviato l'operazione verità sulla gestione precedente, che gli ha lasciato un'eredità disastrosa. Come sui Fondi Ue.
"Alla data dello scorso 4 novembre – dichiara – la Calabria era, dopo la Campania, l’ultima Regione d’Italia per la spesa sul FESR certificata”. ”A poco più di un anno dalla chiusura dei Programmi – prosegue – la Regione Calabria aveva speso meno della metà delle risorse del Por Fesr e meno dei due terzi del Por Fse. Una situazione drammatica, molto difficile, al limite del collasso. Chiamiamo le cose con il loro nome: i dati sono un disastro”.
"Il raggiungimento di questi obiettivi implicava, quindi, non solo un’eccezionale capacità di accelerazione e rendicontazione della spesa da parte della Regione, ma anche una corrispondente e straordinaria capacità di risposta del sistema calabrese - ha aggiunto il presidente - cambio di passo determinato da un’azione straordinaria di accelerazione e rendicontazione, che ha determinato il massimo valore in tutto il periodo di spesa, che parte dal 2009, addirittura superiore alla somma delle spese complessivamente certificate nel 2011, 2012 e 2013”.
"Sono state congelate ingenti risorse del Programma – spiega il Presidente - su interventi che ancora non sono partiti, che produrranno pochissima spesa entro i termini di chiusura del Programma e incideranno in maniera significativa sulla prossima programmazione, che dovrà coprire le spese non realizzate nella fase attuale". Voglio essere molto esplicito – dichiara Oliverio in aula – a causa dei ritardi accumulati dalla precedente amministrazione, il ciclo della Programmazione 2014/2020 in Calabria potrà formalmente essere avviato non prima di alcuni mesi e solo una volta avuta l’approvazione da parte della Commissione Europea. E’ questa la verità. Lo dico con profondo rammarico e con tristezza. La Calabria è molto indietro sul tema dei fondi comunitari. Ed è bene che tutti ce ne rendiamo conto. Io su questo non farò sconti a nessuno – conclude rivolgendosi all’opposizione – è assurdo che i carnefici di questa situazione, coloro che l’hanno determinata, adesso vengano a chiedere conto a noi. Sento parlare della lentezza della burocrazia, ma mi chiedo chi l’ha tollerata fino ad oggi? Chi era connivente? Io ho un’idea ben precisa della burocrazia. Deve rispondere velocemente agli indirizzi della politica. Chi non lo fa dovrà mettersi da parte".
Tallini show - Partenza movimentata del Consiglio regionale. Mimmo Tallini, prende la parola ad inizio seduta e, sventolando la bandiera di Forza Italia, in segno di protesta, se la prende con il presidente Scalzo richiamandolo “al rispetto delle regole”. Per Tallini la sua collocazione e quella di Orsomarso nel gruppo misto sarebbe “un gravissimo atto d’imperio. Noi siamo stati eletti nelle liste di Forza Italia, ma Scalzo ha impedito che migliaia di calabresi si sentissero rappresentanti. Siamo stati espulsi dall’Ufficio di presidenza con la complicità di alcuni membri del gruppo. Il presidente non può nascondersi dietro i formalismi. La nostra espulsione è illegittima ed è stata il risultato di un patto trasversale. Una mancanza di rispetto delle regole che sta caratterizzando il mandato di Scalzo, il chiaro segno del trasversalismo in atto in questa legislatura”. Anche Orsomarso prende la parola: “Mai in 40 anni di regionalismo si era verificato un fatto del genere”.
Scalzo risponde: “L’Ufficio di presidenza, all’unanimità, ha assecondato tutte le richieste di adesione che, essendo arrivate in ritardo, sono state poi sottoposte direttamente al gruppo di Forza Italia. Che, in riferimento alla vicenda, ha deciso all’unanimità di non valutare alcuna richiesta di adesione. L’Ufficio di presidenza dunque si è limitato a una semplice presa d’atto”.