Approvata anche la proposta di legge che istituisce la figura del consigliere supplente. Mattiani: «Non avremo alcun aggravio di costi». Lo Schiavo: «Qui si parla di regole della vita democratica e non sono state considerate le nostre osservazioni»
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Pronti, via. Il Consiglio regionale ha impiegato non più di un quarto d’ora per approvare i primi due punti all’ordine del giorno che erano stati discussi e votati nei loro singoli articoli, nel corso dell’ultima seduta di Consiglio. Passa quindi a maggioranza l’approvazione definitiva delle nuove società in house ReDigit Spa per il digitale e Arec Agenzia per l’energia della Calabria.
Da parte sua le minoranze provano a tenere duro esprimendo la loro contrarietà con Ernesto Alecci (Pd) che parla di proposta che poteva essere condivisa con le minoranze se non fosse per alcune perplessità che non sarebbero state sciolte nonostante le diverse interlocuzioni avute nelle ultime settimane: una su tutte il costo dell’intervento con riferimento al personale che vi sarà impiegato. «Comprendiamo e in parte condividiamo la ratio dell’assessore Pietropaolo, ma non vorremmo trovarci di fronte all’ennesimo carrozzone».
In altre parole la dichiarazione di voto serve a esprimere il voto contrario. Così come successo con l’altra agenzia, quella per l’energia, che per bocca di Amalia Bruni, «rischia di appesantire anziché snellire i procedimenti». Pur ritenendo strategiche le aree di intervento il Pd non condivide la metodologia «opaca» con cui si arriva all’approvazione del provvedimento.
Consigliere supplente
L’indirizzo della maggioranza era già chiaro da questa mattina, da quando cioè, in una nota congiunta, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso e i capigruppo di maggioranza, Giuseppe Graziano, Francesco De Nisi, Giacomo Pietro Crinò, Michele Comito, Luciana De Francesco e Giuseppe Gelardi, hanno reso ufficiale un emendamento alla proposta del “consigliere supplente” all’ordine del giorno.
Ad illustrare il tutto in aula, il presidente della V Commissione Riforme, il leghista Giuseppe Mattiani che sottolinea come per la maggioranza con l’emendamento si rafforza l'autonomia e l'indipendenza dei consiglieri regionali rispetto al governo regionale, attraverso una chiara disciplina dell'incompatibilità tra la carica di assessore e quella di consigliere, in modo da garantire non solo la separazione netta tra le funzioni legislative e quelle esecutive, ma anche un più efficace funzionamento del Consiglio regionale.
Tutto, lo sottolineano più volti i firmatari della nota anche in aula, rispettando la neutralità sotto il profilo economico e finanziario, poiché l’emendamento contiene solo disposizioni di natura ordinamentale.
«Nel bilancio del Consiglio regionale della Calabria – è il ragionamento - sono al momento già previste le risorse per 38 postazioni tra consiglieri regionali (30 consiglieri più il presidente) e assessori (7, potenzialmente tutti esterni), e dunque non avremo alcun aggravio di costi. Anzi, con il nostro emendamento mettiamo nero su bianco anche un'altra iniziativa per tagliare i costi di funzionamento dei gruppi consiliari, con il conseguente risparmio per il bilancio del Consiglio di circa 300mila euro annui, ossia 1 milione e mezzo di euro in 5 anni. Risorse che verranno destinate, per il tramite dell'Ufficio di Presidenza, a borse di studio per meritevoli e bisognosi».
Il notaio vibonese, Antonio Lo Schiavo, si duole del fatto che continua a non esserci coinvolgimento non solo nell’approccio all’approvazione delle due nuove società, ma anche se non soprattutto per ciò che riguarda la modifica dello Statuto: «Qui si parla di regole della vita democratica e non sono state considerate le nostre osservazioni, perché rimane ed è un’operazione di opportunità politica che non guarda in prospettiva il buon funzionamento dell’istituzione».
Da qui per ricordare la proposta di legge presentata in tandem con il dem Raffaele Mammoliti, che contemplava anche una sostanziale riforma elettorale, su cui però non c’è stata alcuna risposta. Insomma per Lo Schiavo è una piccola operazione politica che serve a mantenere certi equilibri nella maggioranza: «Significa mettere nelle mani del presidente la stessa vita della maggioranza, con il consigliere supplente eternamente precario».
Mammoliti da parte sua ricorda che la nostra Regione è la più povera tra le oltre duecentocinquanta contemplate dall’Europa, ma la maggioranza sembra avere altre priorità. «Incassato questo risultato qualsiasi momento diventa propizio anche per anticipare la fine di una legislatura» dice bocciando l’emendamento interamente sostitutivo del precedente progetto di legge. «È solo fumo negli occhi dei calabresi» tuona l’esponente dem riferendosi all’idea delle borse di studio. Secondo Mammoliti si sta scrivendo la pagina più triste della legislatura che sta dimenticando proposte di legge più composite – come quella a sua firma – sulla riduzione dei costi della politica regionale.
Il dibattito è quindi proseguito con interventi da una parte e dall’altra per difendere e per criticare il provvedimento, nei metodi, nell’approccio e nelle finalità. La proposta finale è quindi approvata a maggioranza mentre il punto successivo, relativo alla "Modifica dell'articolo 35 dello Statuto della Regione Calabria" che limita il numero dei membri esterni al trenta per cento dei componenti della Giunta regionale è stata ritirata da Mattiani per ulteriori accertamenti.