Il neo consigliere sarebbe andato in aspettativa ben oltre i termini previsti dalla legge e avrebbe anche cercato di evitare l’accesso agli atti da parte della ricorrente
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«Un onorevole che non ha rispettato le norme elettorali come può ambire ad entrare nella commissione di vigilanza?». È uno degli interrogativi che si pone l’esponente del Movimento Cinque Stelle, Alessia Bausone, candidata alle regionali dello scorso ottobre, che oggi a Lamezia Terme ha convocato la stampa per spiegare i motivi del ricorso elettorale presentato contro il compagno di partito, il consigliere regionale Francesco Afflitto.
Affiancata dall’avvocato Giovanni Cilurzo, per oltre un’ora la pentastellata ha raccontato, in termini giuridici e non solo, quanto avvenuto negli ultimi mesi e gli aspetti che dovrebbero portare a rivedere l’elezione di Afflitto. Neo consigliere regionale, Afflitto è un medico dirigente sanitario di prima fascia, nonché responsabile provinciale della medicina necroscopica con alta specializzazione su Cirò Marina, suo paese d’origine e comune dove ha preso più voti.
Secondo la tesi portata avanti da Bausone e dal suo legale, proprio il fatto di non essersi messo in aspettativa dai suoi incarichi prima di presentare ufficialmente la sua candidatura, lo avrebbe esposto a logiche clientelari e allo stesso tempo lo avrebbe portato a violare la norma.
Al centro della discussione la legge 154 del 1981, poi abrogata con l’eccezione delle norme afferenti i consiglieri regionali. Ai punti 8 e 11 dell’articolo 2 della legge, lì dove sono riportate le cause di ineleggibilità, ha spiegato Cilurzo, vengono indicate le figure incompatibili senza fare specifico riferimento a quelle ricoperte da Afflitto. Ma, secondo i ricorrenti, la violazione è di tipo costituzionale, in quanto non verrebbe garantita l’uguaglianza tra i candidati tanto che molte sentenze sarebbero andate in questa direzione con un’applicazione estensiva della norma.
«Afflitto avrebbe dovuto dimettersi prima di presentare la candidatura – ha riassunto Cilurzo -. Il termine ultimo era il 4 settembre, ma lui ha continuato a svolgere la sua attività durante il periodo di campagna elettorale tanto da ricevere anche un rimborso chilometrico da parte dell’Asp per il mese di settembre». «L’aspettativa – ha continuato l’avvocato – è arrivata dopo la sua proclamazione a consigliere».
Nel mirino dell’”indagine” anche i voti raccolti da Afflitto: 1909 dei quali 1800 solo nella provincia di Crotone, «lì dove esplica la sua figura di dirigente medico». «Non è una questione di convenienza – ha detto Bausone – ma di adeguamento ai dettami costituzionali, ecco perché faccio appello a Conte».
C’è poi un’altra questione, quella dell’accesso agli atti chiesto all’Asp di Crotone in merito alla posizione di Afflitto. Bausone lamenta di essersela prima vista rifiutare per poi averla avuta errata. Tanti gli aspetti da chiarire, insomma, e che verranno discussi il 17 gennaio dal Tribunale ordinario di Catanzaro.