«“Talvolta perdere è un dovere civico e politico, è la residua dignità di chi vive”, recita una citazione a me cara. Leggendo le nervose e istituzionalmente non condivisibili dichiarazioni rilasciate dal collega Tallini, mi sono sentito quantomeno in dovere di affidare a voi alcune precisazioni», ad affermarlo il consigliere regionale Baldo Esposito.

 

In particolare il politico afferma: «Non posso, dunque, che partire dalla dignità politica. Sentimento che dovrebbe animare ogni rappresentante delle istituzioni. Sentimento che ho ritenuto di anteporre ad accordi e prebende personali che, nel rispetto di un larghissimo consenso ottenuto (primo eletto nella circoscrizione elettorale centro), non potevano appartenerci e mai ci apparterranno.

Tallini presidente del Consiglio

Sin dal primo momento ho creduto che ogni gruppo consiliare, compreso “Casa della Libertà”, fosse meritevole di una rappresentanza tra le cariche maggiormente rappresentative: ciò è sempre avvenuto nella storia della democrazia rappresentativa. Ancor di più se si considera che 4 assessori e il presidente del Consiglio regionale appartengono, tra l’altro, allo stesso partito del presidente della Giunta: ciò mai è avvenuto nella storia del regionalismo».

«Della stessa mia idea sembrava essere la governatrice Santelli, la quale ha dichiarato, a più riprese, che ogni lista sarebbe stata dignitosamente rappresentata. Affermazioni che, oggi, vengono clamorosamente smentite da Tallini, quando afferma: “ho accolto a candidarmi l’invito di Jole Santelli e della mia maggioranza”».

 

«Noi pensiamo, piuttosto, che, quello del collega di raggiungere il più alto scranno di Palazzo Campanella, fosse invece un, seppur legittimo, disegno premeditato in cui, a farne le spese, è stata ahi noi la dignità della città capoluogo: interamente svenduta nell’interesse esclusivo di alcuni.

Per questi motivi, già agli albori di questa esperienza regionale, abbiamo deciso di intestarci la sconfitta per la presidenza del Consiglio, ma di salvare la dignità. Per gli stessi motivi comprendiamo l’isterismo del collega Tallini che, nella sua prima uscita da presidente dell’assise, anziché unire sceglie di dividere; anziché sanare le crepe nella maggioranza decide di acuirle.

Infatti, la frattura nella maggioranza è ben più ampia di quanto non dica una lettura disattenta dei numeri. E questo Tallini lo sa bene».

Il richiamo alla responsabilità

«Ma, finito il momento dei (brevi) chiarimenti politici, bisogna lasciarci animare da quel senso di responsabilità che i cittadini reclamano: ancor di più in momenti drammatici come quello relativo alla pandemia che stiamo vivendo: tanto mi aspettavo da Tallini, tanto farà il sottoscritto.

Da professionista - rimarca - uomo delle istituzioni e persona perbene, quale, con un pizzico di immodestia mi sento di potermi definire, così come ho fatto in aula voltando subito pagina, ritengo che non si possa e non si debba perdere tempo in polemiche politiche e rivendicazioni di ogni genere.

Diversamente, oggi più che mai, il nostro agire politico e le nostre azioni saranno severamente affidate ai posteri».