L’aula ha dato l’ok a maggioranza al provvedimento amministrativo della giunta con un budget rilevante. Gallo: «Costi alti ma necessari. Per il prossimo triennio potremo contare su 440 milioni»
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«Un programma di 66 milioni di euro sul quale la Regione ha investito molto». È Giuseppe Graziano, in apertura dell’odierna seduta del Consiglio regionale, a illustrare la proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale recante relativa al Programma regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle Foreste Regionali anno 2023.
Le attività previste nel Programma possono esser ricondotte a tre settori non rigidamente separati, bensì tra loro integrati, che si riallacciano alle azioni del precedente Programma 2021/2022, prevedendone la prosecuzione e, per alcune, il loro completamento. Gli obiettivi generali e i settori di attività coinvolti definiscono anche gli ambiti territoriali di applicazione delle linee programmatiche che saranno necessariamente a differente scala: intero territorio regionale, bacino idrografico, demanio regionale.
Per Raffaele Mammoliti «siamo di fronte ad un approccio ripetuto», come l’anno precedente. «Col fare piani annuali senza avere visione strategica, credo che sia più debole l’azione che ne deriva e si produce. Questo programma contiene indirizzi che andrebbero aggiornati, come il Piano forestale 2014/2020». Poi il consigliere dem pone l’accento sulla questione degli operai forestali che nel corso degli anni grazie al loro lavoro di bonifica e mitigazione del rischio geologico si sono evitate situazioni pericolose sul nostro territorio. Poi sul fronte caldo degli incendi boschivi Mammoliti chiede un approccio diverso non basato sullo spegnimento, ma sulla prevenzione e con la possibilità di inserire i giovani nella tutela dei boschi. Con riferimento alle risorse impiegate per il consigliere del Partito democratico quelle previste sono insufficienti, tenuto conto che lo scorso anno non sono bastati i 180 milioni stanziati neanche per pagare gli stipendi.
Davide Tavernise (M5S) si concentra sulle risorse messe in campo e che appaiono abbondantemente insufficienti: «ne servono altri 90 milioni, perché così arriveremo al massimo a maggio» ha detto ripercorrendo anche l’iter seguito in Commissione.
Secondo Ferdinando Laghi (deMa) la proposta presenta dei chiaroscuri evidenti: «ci sono scarsi segnali non solo per gli incendi boschivi, ma anche per la processionaria» sempre più infestante. Anche Antonio Lo Schiavo (misto) pone l’accento sul problema processionaria che sta letteralmente uccidendo alcune zone della Sila, ponendolo in cima ai problemi della forestazione.
Domenico Bevacqua, capogruppo del Pd, ravvede un problema politico legato al minore trasferimento di risorse da parte dello Stato che si ferma a 50 milioni.
L’assessore regionale alla Forestazione, Gianluca Gallo chiede una franca discussione sul tema. Riconosce l’esiguità delle risorse, il cui taglio comincia però a partire del 2019, aggiungendo: «l’unico anno in cui abbiamo avuto maggiore serenità è stato lo scorso, quando siamo riusciti a pagare l’arretrato e il tfr.
Per il 2023 il presidente Occhiuto è riuscito non solo a fare stanziare più risorse quando era in Parlamento, ma anche di far stanziare 440 milioni per la forestazione calabrese per i prossimi tre anni». Occhiuto incontrerà il ministro Fitto per provare a racimolare delle risorse aggiuntive. Ma i costi della forestazione calabrese sono cresciuti anche per effetto dei nuovi contratti di lavoro, e nonostante diversi pensionamenti. «Purtroppo nel corso degli anni i forestali – che sono arrivati al numero considerevole di 40 mila unità – costano alle casse per ogni unità 38mila euro lordi, e non è semplice venirne fuori. Oggi però sono solo 4 mila i forestali e costano 180 milioni».
«Questo settore fino ad oggi dobbiamo dirlo, ci ha visto giocare in difesa», perché nel corso degli anni precedenti, continua l’assessore, il settore è stato saccheggiato Ma stiamo invertendo la narrazione della forestazione calabrese. Stiamo guardando al futuro pensando ad una rigenerazione della forestazione: rilanceremo l’occupazione con il tempo parziale a qualche migliaio di unità», dice rivendicando anche l’azione preventiva sul piano dell’antincendio. Il dato offerto all’aula è che «zero ettari di demanio sono stati bruciati nel corso del 2022».