Per sostituire il super dirigente Maurizio Priolo è stata scelta Maria Stefania Lauria che nonostante non possa ostentare un curriculum particolarmente brillante può contare sull’appoggio di Tallini, Mancuso e Morrone
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Il Consiglio regionale della Calabria in questo periodo si è trovato ad affrontare un bel po’ di patate bollenti. Non solo un bilancio approvato il ritardo e in merito al quale la Santelli ha sostenuto che vi sono 800 persone che lavorano in Regione «non si sa a che titolo», ma anche il caos sulle commissioni consiliari e le leggi «che si illustrano da sé» (copyright Giuseppe Graziano).
Sostituito il super dirigente
Forse quisquilie rispetto a ciò che nei giorni scorsi si è trovato ad affrontare l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale: la sostituzione del “super” segretario generale e direttore generale Maurizio Priolo, noto per il suo altrettanto super stipendio, quasi pari a quello del Presidente della Repubblica.
Una procedura, quella di sostituzione di Priolo, che presenta strane anomalie e irritualità. Lo scorso 26 giugno, in una medesima seduta dell’ufficio di presidenza (composto per l’occasione dai soli rappresentanti di maggioranza, ossia dal Presidente Mimmo Tallini, dal vicepresidente Luca Morrone e dal segretario questore Filippo Mancuso, con assenti, forse strategicamente, i componenti di minoranza, il vicepresidente Nicola Irto e il segretario questore Graziano Di Natale) sono state emanate due deliberazioni.
La nomina
La prima, la numero 20, ha modificato il Regolamento sull’ordinamento degli Uffici e dei Servizi del Consiglio regionale della Calabria aggiungendo una norma che regola la “procedura per il conferimento incarichi dirigenziali di livello generale”, cioè indica le procedure affinché vengano nominati successivamente (o con due distinti avvisi o con un avviso unico in caso di “esigenze di celerità”) il direttore generale e il segretario generale del consiglio regionale.
Con la successiva deliberazione, però, è stata nominata come reggente l’avvocata Maria Stefania Lauria non solo per il ruolo di Segretario Generale e Direttore Generale, ma le vengono affidati “ad interim” gli incarichi di Dirigente dell’Area “Processo legislativo e assistenza Giudica” e dell’Area “Gestione” e “dei Settori facenti parte delle stesse e non assegnate ad altra dirigenza”.
Una nomina ritenuta necessaria e urgente, si legge nella delibera, per il “rispetto dei criteri di efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa, nonché la speditezza dei procedimenti decisionali, la cui la mancata adozione da parte del Segretario e del Direttore generale esporrebbe il Consiglio regionale al rischio di veder paralizzata tutta l’attività istituzionale ed amministrativa”.
Strana tempistica
Ma, c’è da chiedersi come mai per scongiurare il rischio di paralisi del consiglio regionale si sia attesa la scadenza dell’incarico di Maurizio Priolo, tenuto conto che lo stesso avrebbe dovuto cessare dal suo ruolo il 26 gennaio, ma con delibera del vecchio ufficio di presidenza numero 70 del novembre 2019 se ne decise la proroga fino al 24 giugno e a deciderlo fu (anche) lo stesso Tallini che all’epoca era segretario questore e, quindi, perfettamente consapevole (nonché co-artefice) delle tempistiche messe in atto.
In più, nella delibera, si cristallizza la scelta della reggente Lauria avendo “valutato nell’ambito delle disponibilità interne” il suo curriculum. Peccato che nella sezione avvisi sul sito istituzionale del consiglio regionale non sia mai stata pubblicata nessuna manifestazione di interesse, per cui non si comprende come si possa aver acquisito la disponibilità di taluno, se non creando illegittime disparità tra i dirigenti regionali.
Eppure l’articolo 19, comma 1bis del Decreto Legislativo 165 del 2001 impone di acquisire la disponibilità dei dirigenti interessati e di valutarle.
Inoltre, in questo caso, l’Ufficio di Presidenza del consiglio regionale ha ritenuto di superare la prassi (che serviva, appunto, ad evitare disparità di trattamento) per la quale si procede a nominare reggente il dirigente più anziano del Consiglio regionale per l’espletamento delle procedure di nomina, come successe nel giugno 2014, quando morì il segretario generale Nicola Lopez e gli subentrò Carlo Calabrò (era anche più alto in grado, in quanto capo area).
Politica in campo
Invece, il trio Tallini-Mancuso-Morrone ha deciso di imporre una dirigente per un maxi-incarico che, tra l’altro, attualmente è senza scadenza, non essendo stati emanati bandi o avvisi relativi alla selezione del futuro segretario e direttore generale del consiglio regionale. Selezione che vedrà Maria Stefania Lauria avvantaggiata perché, è noto, l’aver ricoperto, anche se per pochi mesi e da reggente, l’alto incarico per il quale si andrà a concorrere, attribuirà un punteggio aggiuntivo che altri potenziali concorrenti non avranno.
Curriculum scarno
Se ci si chiede perché proprio lei, si presume che i motivi possano essere squisitamente politici, non trovando alcun appiglio nel suo scarno curriculum professionale. Una decina di anni fa, tra il 2008 e il 2010, Lauria iniziò a fare una multitudine di concorsi regionali senza successo. Non superò nemmeno la prova preselettiva del concorso per “esperto giuridico-legale” e oggi, paradossalmente, rientra dalla finestra, essendo compito suo, da segretario generale reggente, coordinare l’attività proprio degli esperti giudico-legali. Magie dei politici della Regione Calabria.