Il Pd si prepara ad accogliere l’ex Iena grillina, l’europarlamentare Dino Giarrusso, il quale fino a pochi mesi fa sbertucciava i dem ad ogni buona occasione. Giarrusso adesso si prepara ad entrare al Nazareno dal portone principale, cioè a sostegno della candidatura alla segreteria del Pd del candidato Stefano Bonaccini, Presidente dell’Emilia Romagna. «Con grande gioia e orgoglio entro in una casa che esiste da tempo con rispetto per chi l’ha costruita e con umiltà - ha detto Giarrusso-. Credo che sia necessario un centrosinistra forte, credo nel progetto di rinascitache Bonaccini ha in mente».

Gianni Cuperlo, in una affollata assemblea calabrese, pochi giorni fa, dal canto suo, invitava Mario Oliverio a riprendere la tessera del PD che l’ex governatore non aveva più rinnovato dopo che si candidò alle ultime regionali con una lista autonoma contro il Pd. Cuperlo nel motivare l’invito aveva sottolineato il carattere costituente del Pd. Lo stesso carattere costituente che ha riaperto le porte del Nazareno agli ex scissionisti di Articolo Uno. Ma, a quanto sembra, se tutto ciò è possibile nel resto d’Italia, in Calabria, invece, all’ex governatore Oliverio il rientro viene precluso.

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Contro l’ex presidente della Calabria infatti, è stata emessa una sorta di fatwa politica da parte del capogruppo Pd in consiglio regionale Mimmo Bevacqua, referente di Dario Franceschini in Calabria e condivisa sia dal gruppo democrat a palazzo Campanella che dal segretario regionale il senatore Nicola Irto, seppur con qualche distinguo del consigliere regionale Ernesto Alecci. La richiesta di iscrizione di Mario Oliverio infatti, sarebbe stata trasmessa alla valutazione della commissione regionale di garanzia. Una procedura, in questa fase, utilizzata solo per l’ex dirigente storico dei democrat. Una curiosa circostanza che, non solo viola il carattere costituente del partito, ma anche lo stesso statuto.

La domanda sorge naturale: a chi fa paura il rientro nel partito dell’ex governatore della Calabria? A tutto ciò, si aggiunga lo sgarbo politico allo stesso Gianni Cuperlo, il quale, pubblicamente, aveva chiesto a Oliverio di riprendere la tessera del PD. Sono gli arcani di questo Pd calabrese e del suo ceto politico che punta a controllare il giocattolo ristringendo l’organizzazione politica, piuttosto che, aprirsi alla società e ai tanti che avevano lasciato per dissensi proprio con questi metodi.

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I problemi intanto sono sempre più complicati nel Pd del Sud, e rivelano ancora una volta il vizio di vecchi e nuovi maneggi dei capicorrente intorno al tesseramento. A Napoli dai primi dati, non ufficiali, almeno mille iscrizioni potrebbero saltare nonostante il tesseramento sia in linea con il passato: 6-7mila iscritti. Ma qualche problema si registra anche nella patria del presidente della Regione Emilia Romagna, il comitato di Bonaccini infatti, ha segnalato anomalie sulle tessere. In base alla tesi dei sostenitori di Bonaccini ci sarebbero circa 500 tessere in bianco a disposizione del comitato di Elly Schlein (quando invece le sottoscrizioni, in base alle regole Pd, vengono fatte dai circoli). 

Tuttavia, il “caso Oliverio” rimane curioso, nell’elenco informale dell’anagrafe degli iscritti calabresi, non compare il nome dell’ex parlamentare Ds, nonostante la richiesta ormai effettuata oltre 10 giorni fa. Insomma Dino Giarrusso che fino a qualche mese fa, gridava che “non sarebbe mai diventato lo zerbino del Pd” entrerà a sostenere Bonaccini. A Mario Oliverio, il quale vorrebbe sostenere Gianni Cuperlo, questa possibilità gli viene preclusa. Sembrerebbe un caso di “autonomia differenziata” interna al Pd.