Timida presenza calabrese alla Leopolda numero 9 promossa da Matteo Renzi in corso a Firenze. Al momento hanno risposto presente soltanto i renziani di ferro come il senatore Ernesto Magorno, il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, l’ex deputata Stefania Covello, il presidente della Provincia di Catanzaro Enzo Bruno, Sebastiano Barbanti e Ernesto Alecci. Oltre, naturalmente, all’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, seppure quest’ultimo di calabrese abbia ormai soltanto le origini.

 

Proprio Minniti ha animato la giornata con una dichiarazione che, almeno per il momento, azzera le possibilità di una sua candidatura al prossimo congresso nazionale. «Al momento no - così Marco Minniti ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano, a margine della Leopolda 9, se fosse intenzionato a candidarsi alle primarie».

Troppo forte il vento che soffia nelle vele di Nicola Zingaretti per esporsi ad una sconfitta alle primarie che potrebbe davvero azzerare l’area. Certo, se poi dovesse prendere corpo l’idea di Renzi che vuole provare a rinviare il congresso…

Si leva dall’imbarazzo così anche il governatore Mario Oliverio che mentre valutava positivamente una possibile candidatura di Minniti, mandava i suoi consiglieri regionali (Giudiceandrea e Mirabello) alla convention “Piazza Grande” di Zingaretti.

 

Al tavolo sul Sud, coordinatore da Ernesto Magorno, la discussione si è chiusa con la scelta della frase simbolo della nona edizione: «Il futuro che vogliamo essere è il Sud che mette a frutto i suoi talenti e si emancipa dalle sue fragilità». Si è svolto un confronto a tutto campo, che ha visto impegnati numerosi amministratori e dirigenti Pd provenienti da tutte le regioni del Sud, con lo scopo di elaborare proposte e strategie di lavoro. 

«Inevitabile – racconta Magorno tra twitter e facebook - un passaggio sul ruolo del Sud nell’agenda politica dell’attuale Governo, con l’unanime constatazione che purtroppo questa importante parte del Paese non solo sia stata rimossa da qualunque iniziativa legislativa e di investimento, quanto rischino una brusca frenata tutti i provvedimenti  - dai Patti per il Sud al decreto “Io resto al Sud” – che erano stati assunti nella precedente legislatura e avevano iniziato a produrre i primi frutti positivi. Di certo, il reddito di cittadinanza non rappresenta una risposta per l’inclusione attiva e la crescita economica. Il motore di una sana economia, invece, può ritrovarsi in segmenti già oggi molto produttivi e dall’ulteriore forza espansiva come il turismo e l’enogastronomia, due settori che qualificano l’offerta nazionale e sono carichi di una forte spinta identitaria».

Attesa per domani, quando intorno alle 13 Matteo Renzi trarrà le conclusioni della kermesse.

 

Riccardo Tripepi

 

LEGGI ANCHE: