L’esponente politico cosentino ha partecipato ad una riunione presso il Senato convocata dal dirigente nazionale del Pd e che ha varato il comitato nazionale di sostegno alla sua candidatura. Una sfida contro i dinosauri quella di Marco Ambrogio, considerato che, alle nostre latitudini, Matteo Richetti non è molto digerito dai capibastone locali. Agli inizi di ottobre aveva attaccato il presidente Mario Oliverio
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L’esponente politico cosentino ha partecipato ad una riunione presso il Senato convocata dal dirigente nazionale del Pd e che ha varato il comitato nazionale di sostegno alla sua candidatura. Una sfida contro i dinosauri quella di Marco Ambrogio, considerato che, alle nostre latitudini, Matteo Richetti non è molto digerito dai capibastone locali. Agli inizi di ottobre aveva attaccato il Presidente Mario Oliverio.
«Ci candidiamo alla guida di questo partito e uso il plurale perché è una scelta che abbiamo fatto dopo mesi di lavoro sul territorio, con un movimento di idee e di persone che attorno ad Harambee ha aggregato storie e progetti diversi e che ora è al servizio del rilancio del Pd. Perché io, al contrario di quello che leggo, sono convinto che ci sia un futuro per questo partito». Matteo Richetti lo aveva detto e lo ha mantenuto: alla primarie del PD per la scelta del segretario nazionale sarà della partita. Richetti, un passato di renziano, ha deciso di correre per portare avanti il percorso che Matteo Renzi sembra aver abbandonato per tuffarsi dentro i tatticismi classici del PD: il rinnovamento, la rottamazione di una vecchia classe dirigente che ha portato il PD sull’orlo del baratro. In un aula del Senato in queste ore ha riunito coloro che lo seguiranno in questa avventura su scala nazionale.
Per la Calabria all’appuntamento c’era Marco Ambrogio, capogruppo del Pd al comune di Cosenza, esponente di rilievo dell’ANCI, capogruppo alla Provincia sempre per il Pd. Una sfida contro i dinosauri quella che si appresta a compiere Marco Ambrogio, considerato che, alle nostre latitudini, Matteo Richetti non è molto digerito dai capibastone locali. Agli inizi di ottobre, infatti, Richetti aveva indicato tra i modelli negativi di dirigenti, il governatore della Campania Vincenzo De Luca e lo stesso Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio. Inoltre aveva preso una durissima posizione contro il familismo e il nepotismo sempre più diffuso nel PD. Matteo Richetti, infatti, sbarrava le porte: «No a De Luca e ai figli di…», affermò nel corso di una trasmissione televisiva, riferendosi proprio a De Luca, il quale, alle politiche aveva imposto la candidatura del figlio Piero, attuale deputato dem. Dopo quella intervista, i luogotenenti di Oliverio avevano alzato le barricate proprio contro Richetti. Ora toccherà a Marco Ambrogio, avventurarsi nelle terre dominate dal lupo della Sila e convincere i militanti del Pd a sostenere Matteo Richetti, antioliveriano dichiarato.
Pa. Mo.