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Nel Pd si prova a trovare una soluzione unitaria in vista del prossimo congresso. E l’unico nome che in questo senso potrebbe avere qualche possibilità di successo è quello dell’ex deputato Demetrio Battaglia che dopo un iniziale rifiuto, sembra adesso ammorbidirsi. Si tratta di un nome che gode di un consenso molto largo nel partito e che, nelle intenzioni del segretario uscente Ernesto Magorno, ma anche del governatore Mario Oliverio, potrebbe garantire compattezza ed evitare spaccature.
Il primo problema, però, è quello di convincere il reggino a fare il grande passo per il bene del partito. Battaglia aveva annunciato il suo addio alla politica attiva da tempo e rifiutato una nuova candidatura alle ultime politiche. Adesso, però, la sua posizione è diversa. Battaglia, dopo l’opera di moral suasion da parte dei big del partito, ci starebbe pensando. E anche in maniera seria. Specialmente se si dovesse trattare di un incarico per traghettare il partito fuori dalle secche dopo la batosta rimediata alle elezioni. L’idea piace all’area reggina che si riconosce nel presidente del Consiglio Nicola Irto, ma anche a quella del capogruppo Sebi Romeo che parla anche per nome e per conto del governatore quando definisce Battaglia “papabilissimo” per la segreteria.
Naccari vuole un congresso "vero"
Ma il risultato finale è tutt’altro che scontato. Sono tante le sacche e le correnti Pd che preferirebbero un congresso vero o anche un commissariamento piuttosto che arrivare ad una soluzione unitaria, specialmente se questa dovesse essere percepita in continuità con la gestione precedente del partito. Non ne fa mistero Demetrio Naccari Carlizzi, peraltro uno dei possibili candidati alla segreteria. Secondo Naccari, che non vuole neanche entrare nel merito dei possibili nomi, è sbagliata proprio l’idea di arrivare ad una sorta di “successione” nel partito.
«Mi viene da ridere solo a pensarci. Praticamente è come se l’allenatore esonerato decidesse che deve prendere il suo posto e soprattutto decidesse che, pur essendo retrocessa la squadra, bisogna continuare a giocare con il suo stesso modello di gioco. Si continua a fare una valutazione di tipo personalistico e nominalistico – dice ancora Naccari - e non si entra nel merito del vero problema: la società italiana è cambiata e oggi la partecipazione alla politica e alla vita di un partito deve partire dai temi e dai problemi per arrivare a delle soluzione e non dall’accordo tribale tra un gruppo di persone che si incontrano. Sarebbe un modello folle e condizione essenziale per una futura sconfitta».
Anche per questo Demetrio Naccari poterà all’assemblea del prossimo sabato la proposta di un nuovo regolamento interno che svecchi il sistema tradizionale, introducendo anche l’utilizzo di nuovi strumenti di comunicazione. «Serve maggiore partecipazione» dice ancora Naccari che, anche per questo, dice non ad un eventuale commissariamento che pure è stato evocato da più parti. «Un partito normale sarebbe già stato commissariato, adesso invece punta al commissario chi magari ha paura di perdere il congresso. Un commissariamento adesso comprimerebbe ancora il dibattito, mentre dobbiamo aprire il partito agli iscritti e agli elettori. Naturalmente molto dipenderà anche dalle decisioni che saranno prese in assemblea nazionale».
Riccardo Tripepi