Salvo sorprese ai limiti dell'inverosimile - in caso di più che probabile vittoria del centrodestra alle ormai imminenti Regionali - il timing del consiglio comunale di Catanzaro è ormai chiaro. La prospettiva è quella di galleggiare fino a circa metà ottobre, quando appunto si voterà per il rinnovo dell'assise di Palazzo Campanella.
Si attenderà poi il termine ultimo per l'esercizio del diritto di opzione del sindaco Sergio Abramo che - essendo già 'blindato' in Cittadella, per ora si parla soltanto di assessorato al Bilancio sicuro, tuttavia con la possibilità del colpaccio… vicepresidenza - saluterà la compagnia e si accaserà nel comodo edificio dell'area di Germaneto. A quel punto, però, il capoluogo resterà senza il suo primo cittadino che, come premesso, farà fagotto, portandosi con sé un manipolo di fedelissimi nel maggiore ente locale e forse organizzando nell'immediato futuro un gruppo in vista delle Amministrative.

Tornata, quest'ultima, per cui in città si registra un clima elettrico malgrado manchi ancora un annetto allo stesso atteso appuntamento elettorale, che arriverà dopo alcuni anni nei quali la battaglia per la Regione ha fatto passare in secondo, se non addirittura in terzo piano il programma di governo della città.

Un dato di fatto se si pensa che anche all'interno della maggioranza si sono levate, e soprattutto si stanno levando, voci critiche sulla scarsa spinta propulsiva del vertice comunale. Come premesso, tuttavia, ormai ha poca importanza perché è certo che nemmeno nelle fila dell'opposizione c'è in realtà qualcuno seriamente intenzionato a staccare la spina adesso per rinunciare a tanti mesi di consiliatura. E poi comunque, alla fine della fiera, mancherebbero sempre i numeri per far 'cadere' anticipatamente il Consiglio. Un civico consesso che allora continuerà a scartamento ridotto proprio mentre sarà avvita una campagna elettorale su cui saranno concentrati i veri interessi della classe politica catanzarese.

Una lunga fase preparatoria alla chiamata alle urne per cui, almeno al momento, il centrodestra partirà con i soliti favori del pronostico ma incalzato da un centrosinistra, autodefinitosi con l'aggettivo Nuovo, che sta lavorando all'unità della coalizione. Fin qui, però, aspettative e previsioni mentre ciò che è certo è relativo all'vvicendamento di Abramo, non oltre fine novembre quando avrà optato per andare a ricoprire un ruolo nell'Esecutivo regionale, con chi ne prenderà il posto nel ruolo di facente funzioni fino alle elezioni.

Attività prodromiche saranno però anche la ridefinizione dei gruppi (fra le anomalie dell'attuale assemblea c'è ad esempio un Misto che sembra la vecchia Dc degli anni Settanta-Ottanta) e il cosiddetto rimpasto di Giunta con almeno un paio, se non tre, membri dell'Esecutivo in carica privi ormai della fiducia della maggioranza, soprattutto di quella 'rimodellatasi' di recente che tra il lusco e il brusco conta - nonostante tutto - di sfangarla fino alla scadenza naturale della consiliatura.