In Consiglio comunale il sindaco ha ribadito l’intenzione di inglobare il personale della società partecipata. Si sgonfia la polemica sulla presa di posizione dell’esponente di CambiaVento sul Ddl Zan
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Almeno tre, anzi per la verità quattro, i fatti inediti successi ieri nel Consiglio comunale di Catanzaro. Episodi da “segnare con il circoletto rosso” avrebbe detto il duo Tommasi-Clerici ai tempi in cui commentava per Sky Sport il grande tennis, sottolineando qualche colpo a effetto.
Iniziamo però, per quanto ci riguarda, dalla mozione sul S.Anna Hospital, presentata da Sergio Costanzo insieme ai colleghi firmatari Eugenio Riccio e Jonny Corsi, che pur ‘largamente’ respinta dalla maggioranza è stata firmata da quasi tutti i consiglieri… a titolo personale. Mah, sara? Perché qualunque siano le motivazioni alla base di questa scelta, come ad esempio la più importante relativa all’iter che intende seguire il sindaco Sergio Abramo per cercare di scongiurare la chiusura della clinica, poche volte (anzi nessuna) ci è capitato di assistere a un documento ufficialmente bocciato dall’assise ma ufficiosamente condiviso, per giunta in maniera così smaccata e palese.
Sempre alla verve costanziana in Aula si deve il siparietto dell’interrogazione, sì come a scuola o all’Università, del neopresidente del Collegio dei Revisori Franco Lacava sulla possibilità di applicare alla partecipata Catanzaro Servizi (da anni in ‘bilico’ per una serie di ragioni con la conseguente sorte appesa di circa 150 famiglie dei lavoratori a rischio) la clausola sociale (ovvero l’istituzione dell’obbligo per le ditte che si aggiudicano gli appalti di alcuni servizi di attingere alla pianta organica della stessa Municipalizzata). Uno dei modi, come l’assorbimento dei dipendenti nell’organico comunale a seguire evocato da Abramo, per salvaguardarne i livelli occupazionali. Domanda su cui Lacava non risponde, beccandosi un “torni quand’è preparato” dal Sergio d’opposizione che verrà comunque esaudito appena qualche minuto dopo con la risposta - negativa, non potendosi fare quanto ipotizzato da Costanzo - del dirigente al Personale Antonino Ferraiolo.
Sulla sorte di questa Società interviene però come premesso anche Abramo che spiega il tentativo di studiare una formula, da proporre direttamente al Mef, attraverso cui se ne possa inglobare il personale, facendolo diventare a tutti gli effetti comunale. Nette le parole del Sergìun in proposito: «Sarei il primo sindaco d’Italia a consentire il licenziamento di dipendenti pubblici. Sappiate che non lo permetterò. Mai».
Fin qui gli aspetti più inconsueti a cui dobbiamo aggiungere anche le pubbliche scuse in assemblea di Vincenzo De Sarro che aveva fatto arrabbiare i simpatizzanti di Cambiavento sul Ddl Zan, definita una “legge incompleta”. A riguardo il membro del civico consesso entrato in surroga del dimissionario Nicola Fiorita ha detto: «Non sapevo dovessi condividere, prima di esternarlo, un mio pensiero. Ma, rappresentando un’aggregazione di persone, è giusto farlo per non rischiare di ingenerare equivoci o errate supposizioni». E così è se vi pare… aggiungiamo noi.