Ha dell’incredibile quanto sta avvenendo nel Pd calabrese in questo ultimo anno. Il partito commissariato dopo la gestione di Ernesto Magorno passato a Italia Viva è stato affidato a Stefano Graziano (non rieletto in Campania, dove era consigliere regionale) che ha provato una ricostruzione che può considerarsi fallita da ogni punto di vista. La scelta di non confermare Mario Oliverio, da governatore uscente, alle ultime regionali in favore di Pippo Callipo, ha regalato una sconfitta clamorosa e lacerazioni ancora aperte. Aggravate dal fatto che Callipo dopo avere perso le elezioni si è pure dimesso dal Consiglio regionale prendendo le distanze dalla classe politica tutta intera.

Pd ko a San Giovanni in Fiore e Crotone

La tornata delle amministrative ha segnato poi il colpo del definitivo ko. Non ci sono tracce di Pd a San Giovanni in Fiore, comune di Mario Oliverio, né ne sono state rinvenute a Crotone. Prima il partito è andato in pezzi sulla scelta del candidato sindaco e non ha presentato il simbolo preparando così il terreno per l’esclusione dal ballottaggio del candidato del centrosinistra Danilo Arcuri.

Falcomatà al ballottaggio

A Reggio, seppure Giuseppe Falcomatà, ha ottenuto il ballottaggio, i numeri sono da incubo. Il Pd prende il 9,5% e dimezza i consensi delle scorse comunali, quando aveva ottenuto oltre il 16%, e va ancora peggio rispetto alle regionali dove sul territorio comunale aveva raccolto il 22%. Un dato che mette sotto accusa la gestione delle liste, comprese le civiche organizzate da Falcomatà, che hanno disperso il voto in maniera evidente. Soltanto in 3 sono gli eletti democrat in Consiglio comunale al momento in confronto ai sette delle ultime elezioni.

Il primo degli eletti poi è Antonino Castorina, legato ad Anna Ascani e da considerarsi autonomo, mentre la sorpresa Rocco Albanese, appoggiato dal ritrovato Sebi Romeo, ha surclassato fuori l’area Irto-Battaglia che deve accontentarsi di un solo seggio con l’assessore uscente Giuseppe Marino. Il clima da resa dei conti, insomma, si respira a piene polmoni. Se si considera che Albanese è da considerarsi in area Zingaretti, mentre Giuseppe Marino in quota Lotti-Guerini.

Davanti a quadro del genere e, quando sono passati tre giorni dallo scrutinio delle amministrative, stupisce il silenzio di tomba dei vari commissari. Tace Stefano Graziano, ma tace anche il commissario provinciale di Reggio Giovanni Puccio. Un silenzio che esprime in maniera chiara come sia stato annullato completamente il gruppo dirigente di un partito che in Calabria non è mai nato.