Il Comitato delle 100 Associazioni, entità in cui è stata fecondata l’idea della fusione delle due ormai estinte città di Corigliano e Rossano, scopre le carte in vista delle prossime Comunali di Maggio, che restituiranno alla nuova grande Polis della Sibaritide il primo governo civico, dando ampio e convinto sostegno alla candidatura a sindaco del generale Giuseppe Graziano. Si tratta di un passo importante, probabilmente unico nel suo genere, perché per la prima volta in questa lunga campagna elettorale non è la politica a dare un’indicazione elettiva bensì un’entità sociale e corporativistica che si pone fuori dal tradizionale alveo dei partiti e dei movimenti.

«Un candidato sindaco credibile»

È un fatto emblematico perché dal largo mondo associativo di Corigliano-Rossano, che si rivede negli indirizzi e negli obiettivi di quel comitato che per primo, quasi un decennio fa, pose la questione di garantire al territorio ionico cosentino una grande ed autorevole città, vengono fuori degli indirizzi precisi. E quindi la volontà di lavorare ad una Consiliatura Costituente, che coinvolga in modo trasversale la politica, con a capo un leader carismatico forte, individuato proprio nella persona di Giuseppe Graziano.   «Negli anni – dice il Comitato - ci è stato riconosciuto di avere svolto un ruolo decisivo per unire linee politiche e tante persone di valore al Progetto della Fusione e oggi a 100 giorni dalle elezioni, si vuole unire quelle, ad un Sindaco credibile… e quindi andremo con fiducia e metodo a giocare, tutti insieme anche questa prossima partita».

Dicevamo del progetto della fusione. Quella che a molti fino ad appena due anni fa sembrava un’idea da visionari e folli, oggi è una realtà concreta, costruita tra la gente e che ora deve essere supportata da un’azione politica ampia che sappia dare il giusto valore al merito e alla competenza. Lo scrivevamo un paio di mesi fa (leggi qui), Corigliano-Rossano oggi rappresenta una terra di mezzo che deve sapersi riappropriare di una propria identità e credibilità istituzionale. E non può fallire questo obiettivo. Perché le elezioni di maggio porranno la popolazione corissanese davanti ad una scelta secca: il baratro o un nuovo cammino di sviluppo.  E questo lo ribadisce bene il Comitato delle 100 Associazioni.

«Da anni viviamo una Conventio ad escludendum»

«Viviamo da decenni – dicono dal C100A - una sorta di “conventio ad escludendum” ovvero un’emarginazione dal resto del contesto regionale e ancor più nazionale che ci ha fatto perdere molto in termini di competitività e interazione con gli altri Territori ma anche in termini di perdita di valori e potestà già esistenti nel campo della sanità, della giustizia, dei trasporti e delle risorse economiche. Per questo le maggiori forze politiche e sociali hanno visto, in positivo, il Progetto della Fusione e i nostri elettori hanno significativamente votato SI al Referendum».

Ecco perché di questo cammino difficile di costruzione contro l’isolamento forzato dalla politica, c’è bisogno dell’impegno di tutti e soprattutto che tutti ci mettano la faccia.  «Una Consiliatura Costituente – aggiunge il Comitato - non in senso stretto o giuridico ma ideale, deve concretizzarsi unendo le migliori forze politiche e sociali presenti sul territorio… Se riuscirà, questo sarà un esperimento collettivo limitato, sia chiaro, al prossimo quinquennio di vera rinascita territoriale». Rinascita che, precisano, «non ha colore politico specifico» ma unisce l'interesse di tutti i cittadini ad aspirare «ad una pubblica amministrazione efficiente, a servizi accettabili, ad una sanità giusta, ad un ordine pubblico e giudiziario adeguati e soprattutto alla rivalorizzazione di risorse territoriali economico-sociali come il Porto, l’area Enel, la SS 106 a 4 corsie che dovrà fungere da arteria urbana ed extraurbana al servizio della multi centralità ed inter modalità urbana, l’Ospedale della Sibaritide, l’agricoltura e il turismo. Ma anche in campo spiritual-culturale con il Codex Purpureus, il Castello Ducale, il Pathirion e l’ambiente circostante».