Si è insediata la Commissione consiliare contro il fenomeno della 'ndrangheta, della corruzione e dell'illegalità diffusa, presieduta dal leghista Giuseppe Gelardi. Una seduta interlocutoria e che si è caratterizzata per lo spirito costruttivo con cui i membri dell’organismo consiliare si sono approcciati al lavoro che li attende da qui in avanti, ma anche per gli obiettivi che si è prefissata.

L’agenda del presidente Gelardi

Anche perché, in avvio dei lavori, il presidente Gelardi ha riferito di aver ripercorso e apprezzato la produzione legislativa della Commissione soffermandosi, in particolare, su alcuni importanti provvedimenti, come la legge 9 del 2018 di cui ha evidenziato gli articoli che, a suo avviso, andrebbero rivisti per meglio definire alcuni aspetti. In particolare sono state sollecitate modifica all'art. 3 (osservatorio permanente) per rendere operativo l'osservatorio; all'art. 7 (relativo alla possibile costituzione in giudizio da parte del Consiglio); all'art. 9 (marchio etico) e sulla difficoltà che le aziende hanno di sopravvivere al fenomeno malavitoso; all'art. 16 (ludopatia e gioco d'azzardo).

Lo stesso Gelardi ha poi preso l’iniziativa rispetto a un tema molto sentito a queste latitudini, rimanendo a lungo al centro del dibattito politico istituzionale senza però pervenire a nessuna sostanziale novità. Il presidente ha infatti proposto di avviare un’attività di studio per la presentazione di una proposta di legge al Parlamento di modifica delle disposizioni relative allo scioglimento delle amministrazioni locali conseguente a fenomeni di infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso, disciplinato dal decreto legislativo numero 267 del 2000, al fine di consentire il ripristino dell’attività ordinaria dei Consigli comunali in tempi più brevi.

Fari puntati su ludopatia e bullismo

La vicepresidente Amalia Bruni (Misto) si è detta profondamente convinta che la tematica permei la vita dei calabresi e non solo dal punto di vista economico e sociale. Convinta anche della necessità di lavorare sulla legge n° 9 e sviluppare una serie di attività, soprattutto legate alla prevenzione, che diventa fondamentale quanto il lavoro con le istituzioni, soprattutto i sindaci, nell’attuale particolare momento storico che rischia di aumentare l’impatto della ‘ndrangheta sulla società.

In questo filone la Bruni mette anche i progetti del Piano di ripresa e resilienza. Poiché la 'ndrangheta si sviluppa nei territori ricchi – è il suo ragionamento - il Pnrr potrà essere elemento anche attraente. In tal senso si è domandata come i dipartimenti si difenderanno dalla possibilità di infiltrazioni.

Ma non solo per la scienziata lametina bisogna puntare sulla prevenzione anche per contrastare due fenomeni in crescita, il gioco d’azzardo e il bullismo.

Sui beni confiscati alla mafia

Il dibattito in Commissione ha poi interessato le procedure per la presentazione di progetti per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie a valere sul Pnrr, con il presidente Gelardi a suggerire di invitare il Presidente dell’Anci per dare massima diffusione all’avviso e supportare i piccoli Comuni nella produzione di istanze con le giuste modalità.

In relazione, all’avviso per la presentazione di progetti per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, Antonio Montuoro (FdI) ha suggerito di coinvolgere le associazioni che hanno combattuto e combattono per svolgere iniziative a sostegno della legalità.