Probabilmente nel Consiglio regionale calabrese, convocato oggi a Palazzo Campanella, quando si aprirà il dibattito sulla questione della città unica di Cosenza, Rende e Castrolibero, si accenderà uno scontro frontale tra maggioranza di centrodestra e opposizione. Al netto della retorica politica, infatti, Il nodo della della matassa riguarda il referendum consultivo, necessario ad avviare l’iter del processo di unificazione. Il centrodestra sembrerebbe essere orientato a sposare il modello della maggioranza complessiva dei tre comuni oggetto del processo di unificazione. Il centrosinistra e i comuni interessati, invece, puntano ad una normativa tenga conto del quorum di maggioranza, comune per comune.

Effettivamente, la questione è enorme, sia sul piano politico che sul fronte amministrativo e giuridico. Il centrodestra con la propria posizione punta a superare le resistenze dei sindaci. Le tre città di Rende, Cosenza e Castrolibero, invece, seppure favorevoli all’unificazione, contestano il metodo.

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Alcuni sostengono infatti, che l’approccio del centrodestra punta più ad un processo di “annessione” che di unificazione. E ciò, per il fronte che si oppone all’accelerazione impressa da un gruppo di consiglieri regionali di centro destra, rappresenterebbe un attacco alle prerogative dei sindaci e dei consigli comunali eletti dal popolo. In sostanza un vulnus democratico. La questione non è peregrina. In sostanza, l’interrogativo è il seguente: può la maggioranza espressa dai cittadini di un comune, decidere di annettere un altro comune? Un interrogativo che potrebbe anche sollevare un conflitto di tipo costituzionale, qualora la maggioranza invece di assumere il metodo della concertazione decida di tirare dritto verso una norma che introduca questo tipo di scelta.

A naso, non si è mai verificato uno scontro istituzionale di questo tipo, tra pezzi della Repubblica. Il titolo V recita: La Repubblica è costituita dai comuni, dalle città metropolitane, dalle province, dalle regioni e dallo Stato.

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Intanto c’è curiosità su come si orienterà la Lega e il presidente del Consiglio regionale Mancuso, leghista anch’esso. La Lega in Piemonte, infatti, pare che abbia assunto una posizione molto simile a quella dell’opposizione e dei sindaci qui in Calabria sulla normativa per l’unificazione. La proposta di modifica alla legge regionale n. 26 del 20 dicembre 2022  ( Vigente dal 06/01/2023 ) che hanno presentato attraverso una istanza di modifica ed integrazioni alla legge regionale 16 gennaio 1973, n. 4 (Iniziativa popolare e degli enti locali e referendum abrogativo e consultivo). (B.U. 22 dicembre 2022, 4° suppl. al n. 51), va in direzione opposta a quanto si starebbe per decidere in Calabria. Con la proposta di modifica all’Art. 1 comma 3 la Lega Piemonte, infatti, punta speditamente a dare centralità al consenso del comune interessato al progetto di unificazione.

Come si regolerà, dunque, la Lega Calabria di Filippo Mancuso alle nostre latitudini? Il sindaco di Castrolibero, intanto, chiama alla mobilitazione Anci Calabria. In un vocale inviato al gruppo dei sindaci dell’Anci Calabria infatti, il neo eletto sindaco di Castrolibero, Orlandino Greco, si dichiara pessimista, in relazione alla richiesta del vicepresidente dell’Anci Panetta, di rinviare la seduta di oggi del Consiglio regionale. Orlandino Greco, parla di vero e proprio attacco alle prerogative costituzionali degli enti locali e, in particolare, dei sindaci, e ha richiesto ai colleghi, la convocazione di una assemblea di mobilitazione dei primi cittadini. Secondo il primo cittadino di Castrolibero bisogna respingere l’attacco arrogante, al potere e alla rappresentanza dei sindaci dei territori calabresi. Il Consiglio regionale con queste premesse si profila ad alta tensione.