Il segnale è arrivato. E ora, anche nel centrodestra calabrese, si scatenerà l'inferno. Il «pieno accordo», raggiunto ieri da Meloni, Salvini e Berlusconi su premiership e ripartizione dei 221 collegi uninominali, segna l'inizio di una lotta senza esclusione di colpi per le candidature alle Politiche del 25 settembre.

In campo ci sono parlamentari uscenti, diversi assessori e consiglieri regionali, più uno svariato numero di sindaci, ex sindaci e amministratori locali. Tutti useranno le armi politiche a loro disposizione per conquistare un posto al sole nel listini proporzionali o negli uninominali.

Corsa al maggioritario

Nel centrodestra calabrese fanno gola soprattutto i collegi maggioritari (5 alla Camera e due al Senato), quelli per i quali basta un voto in più per strappare il seggio. Il motivo è facile facile: a differenza del listone Ds appena varato dal Pd – indietro nei sondaggi e con un perimetro di alleanze ancora incerto – la coalizione di Meloni, Salvini e Berlusconi rischia di vincere a mani basse tutte le sfide dirette in regione.

Il bottino elettorale sarebbe quindi di sette parlamentari – su un totale di 19 –, a cui si affiancherebbero quelli eletti dai singoli partiti con il sistema proporzionale.

I sondaggi

Le simulazioni pubblicate ieri dall'Istituto Cattaneo lasciano pochi dubbi sugli esiti elettorali: il centrodestra avrà una «confortevole maggioranza» in Parlamento. Al proporzionale si attesterebbe sul 46%, con il centrosinistra al 36% e il M5S fermo all'11%.

Il Pd e i suoi alleati, per quanto riguarda gli uninominali, vincerebbero nei collegi storicamente appannaggio della sinistra (Toscana ed Emilia) e nelle grandi città. Il centrodestra, invece, si imporrebbe in circa il 70% dei casi. Casi in cui rientra la Calabria, dove non esistono “cinture rosse” e in cui, peraltro, il centrodestra ha trionfato alle Regionali non più tardi di 9 mesi fa.

Il vertice nazionale e la suddivisione in Calabria

Il vertice di Montecitorio si è chiuso con una vittoria su tutta la linea di Giorgia Meloni, che ha strappato l'intesa su Palazzo Chigi («la coalizione proporrà al presidente della Repubblica quale premier l'esponente indicato da chi avrà preso più voti») e sulla ripartizione dei collegi «in base al consenso attribuito ai partiti».

In tutto saranno 98 collegi per Fdi (di cui 11 riservati a Noi con l'Italia e Coraggio Italia), 70 per la Lega e 42 per Fi.

La suddivisione, in Calabria, sulla carta dovrebbe contemplare tre collegi al partito di Meloni (due alla Camera e uno al Senato) e altri due al Carroccio (1+1). Inverosimile che Fi, primo partito alle Regionali, possa accontentarsi di una sola postazione. È dunque possibile che agli azzurri vengano assegnati due collegi come alla Lega, con l'Udc che potrebbe ricevere una compensazione in altre parti d'Italia.

È fondato anche un altro scenario. Fonti qualificate spiegano che Fi, anche in virtù della leadership del governatore Roberto Occhiuto, avrebbe le carte in regola per fare il pieno a scapito degli alleati, arrivando fino a tre o quattro collegi maggioritari.

I nomi

I posti a disposizione, in ogni caso, sono pochi, specialmente se messi in relazione al gran numero di aspiranti parlamentari.

In Fdi dovrebbero ottenere candidature blindate sia la coordinatrice Wanda Ferro (deputata uscente), sia l'assessore calabrese al Turismo Fausto Orsomarso. In corsa ci sono anche i consiglieri regionali Luciana De Francesco, Peppe Neri e Antonio Montuoro, l'ex segretario Ernesto Rapani, il coordinatore reggino Denis Nesci e il sindaco di Locri Giovanni Calabrese.

Tanti pretendenti anche in casa Lega, che potrebbe schierare il segretario Giacomo Saccomanno, l'uscente Domenico Furgiuele, l'assessore Tilde Minasi e la capogruppo in Regione Simona Loizzo. Si gioca un posto in prima fila anche l'ex governatore facente funzioni Nino Spirlì.

Forza Italia dovrebbe invece ripresentare – in posizioni ancora da valutare – quasi tutti i parlamentari uscenti. Scalpitano anche l'assessore Gianluca Gallo, l'ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto e il già consigliere regionale Mimmo Giannetta. La lotta è appena cominciata.