Non si sblocca la fase di stallo in cui si trova il centrodestra calabrese in attesa di due appuntamenti elettorali importanti come quelli che serviranno a rinnovare il governo della Regione e l’Amministrazione comunale a Reggio Calabria.

Le antenne sono tutte rivolte verso Roma dove domani Giovanni Toti chiarirà le sue intenzioni in ordine alla futura permanenza dentro il partito. Una eventuale fuoriuscita potrebbe segnare una nuova evoluzione interna alla coalizione con Lega e Fdi in gradi di fare a meno di Silvio Berlusconi contando su una stampella moderata affidata al governatore della Liguria.

 

Questo uno dei motivi per i quali sono state rinviate fin qui le scelte sulle candidature all’interno di uno schieramento che pure avrebbe il vento in poppa per provare a vincere le elezioni. A livello regionale l’ulteriore complicazione è data dalla fuga in avanti del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, sostenuto dal coordinamento regionale di Jole Santelli e dal fratello parlamentare Roberto. L’implosione di Forza Italia non agevolerebbe certo questi piani con l’attuale reggenza azzurra che dovrebbe rivedere la strategia o ritirare la candidatura al tavolo degli alleati.

 

L’impasse blocca anche la casella del candidato sindaco a Reggio Calabria. Lega e Fdi hanno fin qui disertato le interpartitiche tanto da determinare un aggiornamento delle riunioni a data da destinarsi. Le due partite sono incrociate ed è improbabile che lo stesso partito possa esprimere candidato governatore e candidato sindaco. In riva allo Stretto c’è poi la variabile legata alla componente sovranista legata ancora a Giuseppe Scopelliti che vorrebbe insistere sull’ex presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte Giuseppe Bombino e contribuisce a destabilizzare il quadro. Insieme alle voci che rincorrono sull’ex assessore della giunta Falcomatà, Angela Marcianò.

Il centrodestra, procedendo così, rischia di perdere le elezioni prima di cominciare. E qualcuno pensa che forse non si possa aspettare la decisione sulle regionali prima di esprimere un nome o almeno una coppia di nomi. In questo senso si è avviata da qualche tempo un’opera di moral suasion sul consigliere regionale di Fdi Alessandro Nicolò che fin qui, però, non ha dato segnali di grandi apertura. Il nome di Nicolò potrebbe essere quello in grado di far trovare una quadra e mantenere unito lo scacchiere del centrodestra, lasciando che Fi e Lega si possano contendere la carica di governatore. E, in questo caso, con una scissione dentro Fi compiuta, sarebbe il partito di Matteo Salvini a esprimere il candidato alla presidenza della giunta regionale.

Anche da questo punto di vista, però, sarà determinante capire quali saranno le evoluzioni del partito di Berlusconi dopo la convention di sabato. L’implosione di Fi, a tutte le latitudini, sarebbe in grado di ridisegnare la geografia del centrodestra.