Per i dem la Calabria non può perdere altri posti di lavoro anche se la presenza dell’impianto in un parco naturale «è un’anomalia». Critiche per i modi del governatore: «Autoritari e antidemocratici»
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La Calabria non si può permettere di perdere altri posti di lavoro «sebbene la presenza di una centrale a biomasse in un parco naturale sia un’anomalia». È il succo della conferenza stampa convocata questa mattina a Lamezia Terme da parte del gruppo consiliare del Partito Democratico con oggetto il caso della Centrale del Mercure («non paragonabile all’Ilva di Taranto»), ma che ha avuto toni durissimi verso Roberto Occhiuto definito «autoritario e antidemocratico».
Ieri sera il Governo ha impugnato l’emendamento Laghi perché ritiene che violi le normative europee. Nel mirino la legge approvata dal Consiglio regionale che vieta «la realizzazione nei parchi nazionali e regionali di impianti di produzione energetica alimentati da biomasse, con sede ricadente nel territorio calabrese, con potenza eccedente 10Mwatt termici».
Per Franco Iacucci la sua applicazione avrebbe significato chiudere la fabbrica. «Una centrale a biomassa è sicuramente un’anomalia all’interno di un parco naturale – ha ammesso – ma dobbiamo fare i conti che esiste e che dà lavoro a decine di famiglie. Portare il limite a 10MWatt termici significa dismettere la produzione, ecco perché noi abbiamo chiesto di rivedere la legge e di conseguenza l’emendamento tanto chiacchierato. Quella centrale ha tutte le autorizzazioni statali ed europee, in più l’Arpacal certifica l’impatto zero. So che esistono anche dati differenti, ma non sono un tecnico, ecco perché siamo aperti a tutte le soluzioni, anche alla riconversione se necessario. Sono d’accordo ad affermare, tuttavia, che sia una tristezza che al sud si debba scegliere tra ambiente o lavoro, ma non è questo il caso».
Gli fa eco Giovanni Muraca che l'altro giorno durante il pubblico consesso regionale ha fatto salire la tensione in aula per la proposta di abrogazione. «Ne esisteva un'altra simile da parte di Graziano, De Nisi e Gentile, ma siamo pronti a firmare la loro e a ritirare la nostra. Sapete perché anche esponenti di maggioranza avevano preso una tale iniziativa? Perché l'emendamento Laghi fu inserito a sorpresa la sera prima del Consiglio in cui fu votata la omnibus».
Amalia Bruni chiede ad Occhiuto di smetterla con l'ambientalismo a targhe alterne («verde sul Pollino, mentre a Gioia Tauro spinge per un altro rigassificatore»), ma sulla questione del particolato ultrafine, un cancerogeno prodotto secondo gli attivisti green dalle centrali a biomasse, è ancora Muraca a prendere la parola dicendo che «anche su questo argomento nessun allarme o criticità, tanto che alcune specie vegetali che dovrebbero risentirne sono invece rigogliose».
Se Raffaele Mammoliti ha ribadito l’impegno del Pd in tema ambientale ponendo l’accento su un approccio differente rispetto a quello del presidente («Stiamo tra la gente, ascoltiamo i lavoratori e i sindaci e capiamo le preoccupazioni di sindacati e categorie produttive), Mimmo Bevacqua è un fiume in piena. «Tra Laghi o Occhiuto c'è un patto concretizzatosi con l’inserimento dell’emendamento la sera prima del Consiglio regionale in cui fu approvata la famosa legge omnibus» attacca.
«Mai come questa volta si è toccato il fondo – prosegue poi il capogruppo Dem a Palazzo Campanella –. La commissione aveva proposto di abbinare le due proposte di legge, di maggioranza e minoranza, ma Occhiuto ha violato regole della democrazia ponendo la fiducia nonostante il Governo lo avesse avvertito dell’impugnativa. Stavolta ha scelto l’arroganza. Questa centrale non nasce soltanto per volere della Calabria, ma con un atto del Governo Renzi destinato alla nostra regione e alla Basilicata. Si è quindi creato un vulnus democratico. Noi in consiglio regionale abbiamo bluffato, non esiste nessun tafazzismo del Pd: sapevamo bene che non avevamo i numeri. Abbiamo abbandonato l'aula per rispetto ai manifestanti, perché non ci sarebbe stato alcun voto. Che sia chiara una cosa: la nostra è un'opposizione costruttiva e non strumentale. Occhiuto non ascolta i sindaci e le comunità, noi siamo in mezzo a loro facendogli da megafono».