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È possibile che il Psc, nella sua qualità di strumento urbanistico deputato alla pianificazione delle aree urbane, non verrà mai utilizzato per regolamentare il territorio comunale di Catanzaro. Una norma emanata dalla Regione Calabria ha infatti provveduto a cassare l’obbligo della sua approvazione fissata altrimenti al prossimo 31 dicembre del 2017. L’amministrazione comunale considerato l’enorme ritardo accumulato nel consumare i passaggi propedeutici al suo varo con molta probabilità si accontenterà di lasciare invariata la pianificazione attualmente vigente e approvata con la redazione dell’ormai vecchio piano regolatore.
Approvazione del Psc
Dopo aver imposto l’obbligo di redigere una nuova pianificazione, la Regione Calabria ha infatti rivisto in parte il suo provvedimento eliminando l’obbligo di approvazione del piano strutturale comunale per le amministrazioni che avessero già aderito al principio del consumo suolo zero e Palazzo De Nobili aveva già proceduto a incardinare questa norma nelle linee di indirizzo propedeutiche all’approvazione del Psc. Una volta consumato questo passaggio però l’iter preparatorio alla redazione del documento urbanistico si è inceppato.
Nessuna fretta
Lo stesso sindaco Sergio Abramo, in più occasioni ha ammesso di non aver alcuna fretta nel predisporre la nuova pianificazione sottolineando come Catanzaro sia una città già dotata di uno strumento urbanistico: il vecchio piano regolatore. In tal modo resterebbero invariate le aree edificabili, le casse comunali non subirebbero le perdite derivanti dal mancato incasso dell’Imu per la trasformazione delle zone edificabili in aree agricole e non si eliminerebbe alla radice la possibilità di compiere interventi di pianificazione parziale modificando il vigente Prg, necessari ad esempio nelle zone di Germaneto e di Giovino. Ciò che si sottrarrebbe è però la possibilità di elaborare uno strumento dotato di una visione unitaria e decisamente più aderente alle dinamiche di sviluppo urbano emerse di recente in città.
Piano casa
D’altro canto le misure introdotte con l’approvazione del piano casa non hanno contribuito a limitare gli appetiti mai sedati nel settore edile. Sfruttando la clausola che consente di costruire civili abitazioni laddove erano presenti capannoni industriali - e quindi adottando il principio di fabbricare su superfici già edificate – continuano a spuntare in città stabili a uso residenziale che uniformandosi al principio del consumo suolo zero utilizzano le cubature autorizzate non in estensione ma in altezza.
Luana Costa