La presunta grande battaglia (non tale perché il fine non sia nobile e importante ma poiché nessuno pare volerla combattere sul serio) in difesa della Facoltà di Medicina del capoluogo somiglia sempre più all’ennesimo specchietto per le allodole tirato fuori davanti alla stampa in una rovente giornata di fine luglio, con davanti un agosto all’insegna delle “sacre” ferie estive, da uno scaltro Sergio Abramo. E già, perché in occasione dell’ultimo consiglio comunale - tenutosi venerdì scorso - a “favore dei Pc” dei cronisti presenti per seguire i lavori assembleari ha dichiarato solennemente: «Da lunedì inizia la fase della tutela dell’Umg che mi preoccupa non poco. So bene, però, come ogni pericolo sia scongiurabile mediante una fondamentale integrazione (fra l’azienda ospedaliera Mater Domini dell’Unicz e la Pugliese-Ciaccio, ndr) senza cui si rischia invece parecchio, ma che qualcuno boicotta per assecondare interessi di bottega».

E non è finita qui, dal momento che lo stesso sindaco oltre a sferzare chi - secondo lui - osteggerebbe la fusione tra Amd e Aopc per assecondare esigenze non certo generali se l’è presa anche con la gran parte dei componenti del civico consesso. Suoi fedelissimi compresi, per carità. Gente a cui ha rimproverato senza filtri «siete ormai diventati dei rappresentanti di quartiere all’interno di un ente in cui si deve al contrario ragionare assai spesso in un’ottica di sistema. Costituito dalla città globalmente intesa. Ecco il motivo per cui se verrete da me a chiedere piccoli interventi per questa o quella zona non vi darò ascolto. La mia priorità, infatti, è salvaguardare Medicina qui da noi. Lo ribadisco, non essendomi peraltro piaciuta una delibera dell’Unical che sembra preludere all’apertura di una nuova Facoltà lì da loro».

Dopo tali roboanti affermazioni, come non bastasse condite da un ammonimento agli amministratori del capoluogo, ci si aspetta un Abramo con l’elmetto in testa in trincea a lottare per l’Ateneo. Peccato, però, che per adesso l’unica prima fila in cui lo si è visto è stata al Magna Graecia Film Festival con tanto di critiche social incassate per la carrettata di soldi della collettività, naturalmente, spesi negli anni per sovvenzionare la kermesse a dispetto di una Marina su cui girano dei video che la ritraggono desolata nelle notti di un inizio agosto in cui dovrebbe invece brulicare di frequentatori. Ecco allora che parecchi hanno avanzato il dubbio di come fosse forse meglio lavorare in favore di Lido.

Un impegno che avrebbe fruttato molto di più rispetto al contribuire all’accumulo di cariche e prebende di qualche manager ormai simile all’ex presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua divenuto famoso per la somma di mandati. Opinioni chissà se legittime o meno. Ma questa è un’altra storia. La realtà, viceversa, è che comunque stavolta dai cittadini ai consiglieri, per come peraltro puntualizzato da molti eletti nell’assemblea di Palazzo De Nobili nelle sedute più recenti, c’è l’esigenza di ottenere risposte da Abramo su questioni chiave. E l’impegno pur doveroso e lodevole a supporto dell’Università del quartiere Germaneto, oltretutto ancora da verificare nella sua efficacia, non può bastare di fronte ai mille problemi del capoluogo. In particolare in un’Area Sud, guarda caso, rimasta a secco di acqua ancora una volta in un periodo in cui la colonnina di mercurio flirta spesso con i 40 gradi.