«Cari catanzaresi, come ogni anno il 31 dicembre è l’occasione per fare gli auguri alla città. Mai come adesso se ne sente il bisogno. L’anno che ci stiamo lasciando alle spalle è stato duro e difficile da affrontare. Finanche la gioia del Natale e delle feste ha dovuto lasciare il passo alla tristezza per tutto quello che non abbiamo potuto condividere, come da tradizione». Inizia così la lettera di fine anno che il sindaco di Catanzaro e presidente della provincia, Sergio Abramo, rivolge ai cittadini alla fine di un anno duro e difficile.

Le conseguenze della pandemia

«La pandemia da Covid-19 ha stravolto le nostre giornate - aggiunge - ci ha fatto cambiare abitudini, ha per forza di cose trasformato radicalmente il nostro modo di vivere, socializzare, sentirci parte di una comunità. L’emergenza sanitaria ha aggravato e amplificato i problemi della nostra terra, di Catanzaro come della Calabria e di tutto il Sud Italia, che già soffrivano il peso dei ritardi e delle distanze rispetto al resto del Paese. Purtroppo, e soprattutto, il Covid ci ha fatto conoscere quella triste contabilità – i numeri delle persone scomparse ogni giorno – che pensavamo fosse qualcosa relegato al passato, ai tempi delle guerre, ma che certo non credevamo possibile in epoca contemporanea. Catanzaro e la Calabria sono stati finora risparmiati dallo tsunami che ha investito altri territori della Penisola, ma in particolare negli ultimi mesi hanno capito cos’è la pandemia, con un aumento dei contagi e una dolorosa crescita del numero di morti. Il primo pensiero va, perciò, a chi non ce l’ha fatta. Chiedo a voi tutti di ricordarli anche per un solo momento. So bene quanto i sentimenti di commozione e cordoglio appartengano a ciascuno di noi». 

L'impegno del comune

«Gli effetti della pandemia – prosegue il primo cittadino - sono stati nefasti sotto tantissimi punti di vista: l’economia è stata messa in ginocchio, le attività commerciali hanno sofferto una lunga crisi senza precedenti, le famiglie hanno avuto bisogno di aiuti costanti. Nessuno può dire di non aver sofferto, per un motivo o per un altro, per questo maledetto coronavirus. Il Comune ha fatto la sua parte, lavorando senza sosta fin dal primo giorno di emergenza. Penso alla distribuzione dei buoni spesa, avvenuta a più riprese, o alle misure introdotte per supportare la graduale ripresa del commercio e della ristorazione, i cui effetti si spera siano anche più visibili nei prossimi mesi.  Penso, ancora, alla rete di solidarietà a cui hanno contribuito tantissimi imprenditori, privati cittadini, associazioni, la Curia guidata da monsignor Bertolone. Tutti insieme abbiamo alimentato la macchina degli aiuti per le persone in difficoltà, e tutti insieme abbiamo scoperto un senso più autentico di essere comunità». 

«Non abbassiamo la guardia»

«Chiaramente non ci siamo ancora lasciati alle spalle tutto questo. Gli ospedali lavorano sempre con l’attenzione a un livello massimo, e noi stessi siamo chiamati a osservare con cura estrema le prescrizioni sul distanziamento e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Il virus circola ancora e l’arrivo dei primi vaccini non può farci abbassare la guardia. Sarebbe stato ovviamente meraviglioso poterci incontrare in piazza Prefettura, come ogni anno, per festeggiare l’arrivo del 2021 tutti insieme – aggiunge -. Non è stato possibile, ma la speranza che la festa sia solo rinviata è fortissima e credo condivisibile. Per l’anno nuovo dobbiamo avere un solo obiettivo: continuare a stringerci idealmente uno al fianco dell’altro per chiudere gli spazi al Covid-19 e superare ogni ostacolo».

L'augurio ai cittadini

«Per questo motivo, l’augurio più importante che rivolgo a tutti i catanzaresi è che presto il clima generale di paura e diffidenza possa lasciare spazio alla speranza e alla fiducia verso un ritorno alla normalità. E in questo percorso l’impegno delle istituzioni, delle parti sociali e di tutte le categorie dovrà essere quello di tutelare e valorizzare le realtà produttive del territorio, preservando i posti di lavoro e creando nuove opportunità di sviluppo e di crescita per l’economia. È questa la sfida che siamo chiamati a vincere – conclude Abramo -, mettendo in pratica nel migliore dei modi gli insegnamenti di un anno di sacrifici votati al bene comune».