La notte in cui tutte le vacche sono nere”. Che spiegato meglio, nell’ambito da noi preso in analisi, significa: in politica non sono tutti uguali. Anzi. Perché se uno, dieci, cento, rubano non vuol dire che chiunque ruberà. Assioma che invece ormai è diffuso tanto da rendere insopportabile la condizione di quanti, e non sono molti, pur non essendo personaggi chiacchierati si ritrovano in un calderone di gente sospettata di aver commesso degli illeciti.

Una brutta condizione che ha afflitto Nicola Fiorita per circa un anno e mezzo. Già, lo stesso professore che ha indetto per domani una conferenza stampa alle 17.30 nella Sala Concerti di Palazzo De Nobili a pochi giorni dalla definitiva fuoriuscita dal procedimento nato dall’inchiesta Gettonopoli per come peraltro sancito dalla magistratura deputata a decidere sulla sua posizione. Decisione che i giudici hanno peraltro assunto pure sull’altro rappresentante di Cambiavento, Gianmichele Bosco, il quali al pari del prof è stato sfiorato dal dubbio di aver frodato il Comune sulla falsariga di molti colleghi consiglieri. Esponenti di maggioranza e opposizione che dovranno essere giudicati, chiarendo alla cittadinanza se qualcuno l’ha effettivamente frodata.

Un sospetto lacerante e lancinante - lo ribadiamo - per chi, come Fiorita e Bosco, ha sempre fatto professione di onestà, puntando ad affrancarsi dai luoghi comuni. E si badi: prima di parlare di legalità, che dovrebbe essere una conditio sine qua non, qui si ragiona di una differenza anche in termini politici. Tanto è vero che Cambiavento e le liste collegate alle scorse elezioni hanno scelto una strada in… solitaria. Un cammino che gli ha fruttato quasi il 24% dei consensi al primo turno con soli sei punti e mezzo di ritardo rispetto alla corazzata centrosinistra (forte di undici liste) arrivata seconda a nove punti di distacco da un centrodestra invece al comando con il 39%. Un quasi miracolo, dunque, quello di Fiorita, che poi al ballottaggio ha chiuso le porte in faccia a tutti, decidendo di sedere in Consiglio con l’altro eletto Bosco e di intraprendere una battaglia per il cambiamento lontano dai partiti e da ogni tipo di ‘offerta’ ricevuta.

Ecco perché è verosimile che fra circa 24 ore ripeterà un concetto: “Noi siamo diversi. E non provate a pensare che… così fan tutti, perché noi non soltanto non commettiamo reati di alcun genere, ma nemmeno indulgiamo ad accordicchi e accorduni sottobanco. E chi sta con noi lo sa bene”.
Fin troppo chiaro, insomma, l’avviso ai naviganti. Così come dovrebbe essere altrettanto manifesto, che almeno il solo Fiorita sarà di nuovo in campo per puntare alla successione di Sergio Abramo. E la sensazione è che lo farà ancora senza alcuna ‘forza tradizionale’ a fianco.

Ultima previsione, se proprio vogliamo definirla tale, sull’incontro con i giornalisti di domani del leader di Cambiavento è infine relativa alla netta posizione antiabramiana con un richiamo all’eclissarsi del medesimo sindaco riguardo a questioni fondamentali come il porto di Lido o la sua visione della città che - ha, pure di recente, sostenuto il prof - «non sono pervenute, lasciando il capoluogo abbandonato a se stesso». Una condizione, sempre secondo il Fiorita pensiero, che «non può continuare ad affliggere un luogo simbolo della Calabria e un punto di riferimento per tutta l’area centrale della regione».