Le indiscrezioni che filtrano sono infatti relative alla formulazione di un paio di ipotesi, mentre una parte della coalizione chiede discontinuità
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Attesa interpartitica di centrodestra in programma domani, finalizzata alla scelta dell’aspirante successore di Sergio Abramo alla guida di Palazzo De Nobili, ma da cui è quasi certo che non emergerà una soluzione univoca in grado di mettere d’accordo le diverse anime dello schieramento.
Le indiscrezioni che filtrano sono infatti relative alla formulazione di un paio di nomi, quelli del professore universitario Arturo Pujia (figlio del noto maggiorente della vecchia Dc, scomparso di recente all’età di 94 anni) e probabilmente anche del primario di Pediatria del Pugliese Giuseppe Raiola (ipotesi peraltro formulata la scorsa Epifania da LaC). C’è pure chi parla, però, di una sorta di “provocazione” politica meditata da qualche componente del tavolo di concertazione della coalizione.
Il riferimento è all’indicazione dell’attuale presidente del consiglio regionale, Filippo Mancuso, sì in grado di far convergere tutti (o quasi) su di lui, ma per ovvie ragioni da considerare in realtà fuori dalla partita avendo Mancuso assunto da appena una manciata di mesi un ruolo strategico anche di rappresentanza di un territorio come il capoluogo uscito con le ossa rotta, per così dire, dalle elezioni del 3 e 4 ottobre 2021. Chiaro, quindi, come lo stesso neopresidente non potrebbe fare un passo indietro, proponendosi per diventare sindaco di Catanzaro, a soli 180 giorni circa dall’incarico assunto in seno all’assise di Palazzo Campanella.
Ecco dunque che, se davvero si tenterà di tirarlo per la giacca, sarà impossibile arrivare a un accordo. Allo stato appare di conseguenza molto difficile centrare l’agognato obiettivo del superamento della non condivisa posizione del vertice di Forza Italia Calabria (che ha in mente la candidatura di Marco Polimeni o, in subordine, di Baldo Esposito). Cosa potrebbe allora accadere nel “venerdì caldo” in cui Abramo accoglierà alle 17.30 alla Casa delle Culture il leader del suo nuovo partito (Coraggio Italia) Gaetano Quagliariello? Che si realizzi di fatto uno strappo, magari utile a sbloccare l’impasse da tempo determinatasi, con la possibilità di una svolta verso l’annuncio (magari ancora non ufficiale e, meno che mai, pubblico) dell’appoggio al prof Valerio Donato.
Professionista molto stimato il quale, pur essendo storicamente legato al centrosinistra, piace a tanti nell’area moderata dello schieramento opposto in cui sono almeno quattro le componenti che battono sul tasto della discontinuità rispetto al passato e sono quindi in disaccordo con gli intendimenti del capo di Fi Giuseppe Mangialavori a cui come premesso sarebbe invece gradito non discostarsi troppo dalla gestione abramiana. Idea che, tuttavia, si ribadisce non incontra il favore del gruppo talliniano, di quanti si richiamano alle posizioni di Giuseppe Pitaro, di una consistente parte dell’Udc e di coloro i quali stanno lavorando alla costituzione di alcune liste civiche di peso.
A questo punto, pertanto, sarebbe solo il partito del Cav con accanto Lega e Fratelli d’Italia, oltre alla citata Coraggio e a poco altro, a sostenere la linea cara al senatore Mangialavori e, in loco (leggasi in cima ai Tre Colli), proprio da Abramo. Ma con il rischio che persino in Fdi e nel movimento ispirato alle posizioni di Mancuso (ormai figura istituzionale di riferimento in città) ci siano tante perplessità a sposare un progetto del genere. Una situazione che non va certo nella direzione della compattezza della coalizione, e della conseguente competitività, auspicata da molti fra i diretti interessati.