«L’uscita del coordinamento regionale che incorona Mario Occhiuto come candidato alla presidenza della Regione Calabria ci sembra un azzardo e l’ennesima fuga in avanti di un gruppo di amministratori del partito che non ha mai voluto ascoltare una parte della base e gli altri maggiorenti calabresi. La riunione che si è svolta quest’oggi a Roma, nella quale si contavano più gli assenti che i presenti, con molte defezioni di rilievo fra i protagonisti della politica calabrese a tinte azzurre, avrebbe potuto essere svolta con più disinvoltura a Cosenza. Il sindaco-candidato e il vicesindaco-coordinatore avrebbero infatti risparmiato il costo del viaggio. Tanto, per cantarsela e suonarsela da soli, potevano restare tranquillamente a casa propria.


«Riteniamo, ancora, una forzatura ancora più grave il fatto che non sia stato coinvolto nemmeno il presidente Antonio Tajani. Uno smacco, questo, che delegittima parecchio l’azione eseguita dal coordinamento cosentino, e che la tratteggia come un colpo di mano vero e proprio che calpesta, più che ogni altra cosa, le legittime aspettative degli iscritti calabresi e dei partiti della coalizione di centrodestra. Loro, proprio come noi, si sarebbero aspettati un confronto schietto e aperto invece di questo atto.
Attendiamo con estrema fiducia che sulla vicenda si pronunci chi ha l’autorità e le competenze per assumere decisioni così importanti: i presidenti Tajani e Berlusconi».