Per il primo cittadino i giudici contabili hanno solo chiesto chiarimenti e non formulato censure: «Chi ha sostenuto una tesi del genere purtroppo non sa di cosa parla»
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Via libera dell’aula consiliare di Catanzaro a tutte le delibere all’ordine del giorno, che come si dice in gergo erano propedeutiche (o facevano per così dire da corollario) al bilancio di previsione 2021/2023. Il riferimento è alla revisione periodica delle partecipate per l’anno 2019 (da discutere però obbligatoriamente prima delle altre, essendo prodromica alla successiva discussione e votazione) e alle approvazioni delle aliquote dell’imposta municipale (Imu) del 2021; del documento unico di programmazione (Dup) per il 2021/2023 e del programma triennale dei Lavori pubblici per il 2021/2023. A queste importanti pratiche si sono aggiunte le comunicazioni del sindaco Sergio Abramo sulla “grave situazioni di crisi del Sant’Anna Hospital”.
Una seduta chiave, quella di ieri di consiglio comunale, in cui fra casi politici e solite polemiche - queste ultime ormai quasi tutte interne al nuovo largo fronte della maggioranza, con un’opposizione ridotta all’osso e un Gruppo Misto di gran lunga forza più numerosa dell’Aula ‘fu Rossa’ (non più agibile dal momento del crollo di qualche anno fa) - è arrivato il disco verde ai punti inerenti allo stato finanziario dell’ente. Questione su cui il sindaco Sergio Abramo è notoriamente molto sensibile, amando da sempre definirsi un buon amministratore però mediocre come politico (bugia raccontata per schermirsi, ma questa è un’altra storia…). Lo sanno infatti tutti che il sindaco è tanto bravo a far di… conto quanto lo è a ricoprire il ruolo di capo-coalizione. Comunque sia, Abramo ha rispedito al mittente le accuse di un presunto disordine nei conti comunali in ragione di un’altrettanto asserita censura subita dalla Corte dei Conti.
«Chi ha sostenuto – ha tuonato Abramo in assemblea – una tesi del genere, purtroppo giovatosi di una cassa di risonanza offertagli dai giornalisti, non sa di cosa parla. Ve lo spiego io di che si tratta, allora. Di una richiesta di chiarimento relativa ai consuntivi 2015, 2016 e 2017, avanzata ( secondo il sindaco dalla stesa magistratura giudiziaria contabile, ndr), al Comune di Catanzaro così come ad altri 80 Municipi calabresi».
Niente conti da rivedere e nessun appunto al virtuoso “Modello Catanzaro”, quindi, a dar retta ad Abramo. Che, anzi, come d’abitudine ha rilanciato, mostrandosi sicuro dei propri mezzi: «Sappiate che ho dato mandato ai nostri legali di diffidare il Governo sulla ripartizione dei fondi nazionali. In merito a tale iniziativa ci hanno chiesto lumi, proponendoci di dar vita a un’azione congiunta, anche le consorelle Crotone e Vibo».
L’assise ha detto sì a maggioranza anche agli emendamenti, corredati dai pareri favorevoli degli Uffici, al Bilancio di Eugenio Riccio che ha ottenuto l’apposizione di una rete di recinzione nella pineta di Giovino e di Giuliano Renda che ha promosso (per così dire) il significativo intervento denominato: “Calmes-Logistica merci sostenibili finanziato dalla Regione a valere sul Pac per un importo complessivo, ovvero includente le somme stanziate da Palazzo De Nobili, pari a poco meno di un milione e mezzo di euro”.
Chiudiamo con l’accenno di Rosario Lostumbo, una nostra vecchia battaglia che riprenderemo, sul totale disinteresse per l’inagibilità della casa dei cittadini catanzaresi: la citata “Aula Rossa” per cui Abramo e soci non hanno mosso un dito, o comunque ottenuto zero risultati, per restituirla integra alla città.