Il capogruppo del Pd Sebi Romeo punta il dito contro il presidente della Commissione parlamentare antimafia e annuncia un esposto in Procura per la fuga di notizie prima del provvedimento della Dda
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Dopo gli interventi di Baldo Esposito, Vincenzo Pasqua, Giuseppe Aieta e Mimmo Bevacqua, a chiudere il dibattito è stato il capogruppo del Pd Sebi Romeo.
«Quando in Conferenza dei capigruppo alcuni consiglieri hanno chiesto al presidente Irto di discutere di questo problema avevo qualche perplessità, legato soprattutto alla possibilità di farlo alla presenza del presidente Oliverio. Devo dire che questo dibattito, invece, regala una pagina di grande maturità del Consiglio».
«La sedia del presidente oggi è scandalosamente vuota. È stato impedito a un uomo innocente, con una storia indiscutibilmente prestigiosa, di esercitare il suo mandato. Un uomo che ha fatto della sua storia umana e personale, una storia ricca di impegno, passione, dedizione al bene comune alla legalità. Non si capisce di cosa sia accusato Mario Oliverio, quali condotte abbiano reso necessaria la richiesta dei Magistrati. Ha fatto bene a descrivere come infamanti le accuse a lui mosse. Non è un attacco ai magistrati, ma fiducia nell’operato dei giudici che accerteranno la sua innocenza. Prima che il Procuratore di Catanzaro facesse la sua conferenza stampa – ha detto Romeo - l’ordinanza era nelle mani dei media che per 4 lunghissime ore hanno confuso la situazione, accusandolo di avere l’aggravante del metodo mafioso, inventata. Addirittura il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra chiedeva già le dimissioni del presidente della giunta regionale, senza sapere di cosa parlava».
«Perché ha parlato? – ha chiesto ancora Romeo – Perché da tempo un esponente dei Cinque Stelle parlava di provvedimenti che avrebbero coinvolto Oliverio? Saranno tutti elementi che inserirò in un esposto che presenterò in Procura per fare chiarezza. E poi perché Morra e l’eurodeputata Ferrara chiedono le dimissioni a Oliverio che ha la stessa imputazione del sindaco di Roma e di Torino? Se si infangano persone come Mario Oliverio si fa un regalo alla ndrangheta, passa il messaggio che tutto ì ‘ndrangheta e quindi niente lo è».
Riccardo Tripepi