Il caso strutture finisce sulla scrivania del ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. A deciderlo è stato il governatore Roberto Occhiuto nel corso dell’ultima riunione della Giunta regionale.

Il presidente ha infatti dato mandato al direttore generale del dipartimento Personale, Sergio Tassone, di chiedere un parere sulla questione alla Funzione pubblica. L’obiettivo è trovare una via d’uscita a una situazione che rischia di diventare esplosiva.

Il caso è nato dopo una sentenza del Tribunale di Catanzaro, confermata in secondo grado nel 2020, che ha giudicato illegittime le indennità percepite dai dipendenti pubblici inseriti nelle strutture speciali di politici e dirigenti della Regione Calabria. La Corte dei conti avrebbe già avviato le verifiche su possibili danni erariali, mentre gli stessi revisori dei conti della Cittadella, per ben due volte, hanno chiesto lo stop al pagamento delle indennità aggiuntive. Un’altra sentenza del Tribunale di Reggio del gennaio 2021 aveva chiarito che «il riconoscimento del diritto alle indennità economiche del pubblico impiego deve trovare giustificazione nella legge nazionale e nella contrattazione collettiva nazionale o in quella decentrata se autorizzata da quella nazionale».

Ogni componente degli staff guadagna dai 500 ai 2mila euro in più al mese per via del lavoro extra svolto al seguito di assessori o dirigenti regionali. Una sospensione di questi trattamenti accessori potrebbe provocare la paralisi di uffici che hanno un’importanza strategica per tutta la Regione.

Stop ai nuovi incarichi

Tassone, in attesa di indicazioni da Roma, ha già sospeso il conferimento di nuovi incarichi nelle strutture politiche e ausiliarie. Da diverse settimane, inoltre, il dg e l’assessore al Personale, Filippo Pietropaolo, sono al lavoro su una legge che possa sanare le attuali anomalie relative agli organismi di supporto.

Peraltro la Giunta Occhiuto, ancor prima che esplodesse il caso, aveva più volte manifestato l’intenzione di rivedere l’organizzazione di queste strutture. L’idea era quella di razionalizzarne il funzionamento attraverso l’istituzione delle posizioni organizzative, trattamenti economici aggiuntivi previsti dal Contratto collettivo nazionale.