Il Tribunale amministrativo ha accolto il ricorso del sindaco Pellegrino contro la Regione. Temesa dunque non vedrà la luce
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Temesa non s’ha da fare. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto il ricorso presentato dal sindaco di Amantea Vincenzo Pellegrino contro la Regione Calabria. L’oggetto del contendere era il referendum indetto dalla Cittadella con cui si sarebbe sancita la scissione della frazione di Campora San Giovanni e la conseguente unione a Serra d’Aiello che, contestualmente alla modifica dei suoi confini, avrebbe adottato la nuova denominazione.
La sentenza del Tar di Catanzaro segue la sospensiva del 16 gennaio emessa dal Consiglio di Stato con cui di fatto bloccò l’apertura delle urne prevista per il 23 gennaio 2023. La proposta di legge passata in consiglio il 6 giugno di un anno fa, primo firmatario Giuseppe Graziano, secondo i giudici così non va. A scardinare quanto sancito dal pubblico consesso regionale sono sostanzialmente due aspetti: l’interesse qualificato e la dotazione infrastrutturale.
Sul primo punto i giudici hanno ritenuto che circoscrivere il diritto di voto ai residenti di Serra d’Aiello e della frazione di Campora San Giovanni non sarebbe stato corretto. Sono tutti gli abitanti del comune di Amantea, infatti, che dovrebbero avere la possibilità di esprimersi tramite il referendum consultivo.
Questo perché, secondo l’altro punto del ricorso presentato dal sindaco Vincenzo Pellegrino e accolto dal Tar, manca una compiuta istruttoria in riferimento all’attuale “dotazione infrastrutturale” di Amantea. Il riferimento è al porto turistico che sorge proprio a Campora San Giovanni e che riveste un ruolo di primaria importanza nel sistema infrastrutturale dei porti di rilievo regionale ed interregionale. È stato realizzato per servire e sviluppare, in via diretta e mediata, crescita, redditi e livelli occupazionali dell’intera popolazione di Amantea, cosa che una scissione non avverrebbe più.
«La Regione e l’associazione “Ritorno alle Origini di Temesa” possono sempre ricorrere a loro volta al Consiglio di Stato - ha detto Pellegrino al nostro network -. Sul fatto che si sia messo un punto alla vicenda, pertanto, non mi esprimo. Di certo, avevamo visto lungo nel dire che, così come era strutturata, questa proposta di legge non andava bene e che andava ammessa tutta la popolazione di Amantea all’evento referendario».
Il sindaco poi entra nel dettaglio delle divergenze interne di Campora San Giovanni. «Bisogna innanzitutto definire i termini numerici del favore popolare alla scissione - taglia corto -. Il comitato per il sì si è arrogato il diritto di parlare a nome di tutti, ma io non ne sono così convinto. Che a Campora non tutti siano favorevoli alla scissione, infatti, è qualcosa di accertato. Mi sono sopraggiunte diverse sollecitazioni e il motivo per il quale ho perseverato in questa battaglia è proprio l’istanza di alcuni cittadini, stanchi di subire delle imposizioni».