Il ministro “padre” dell'Autonomia differenziata durante un'iniziativa elettorale a Milano risponde alle polemiche mosse dalla Cei: «Vado avanti, per metà giugno sarà legge». Nei giorni scorsi lo scontro tra i presuli calabresi e Salvini
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«D'ora in poi non chiamatemi più Roberto Calderoli, ma mister Autonomia». Usa l'ironia il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, nel suo intervento in piazza Duomo a Milano, prima della presentazione de libro di Matteo Salvini.
«Ragionevolmente - avverte - per metà giugno l'autonomia sarà legge di Stato». Nel frattempo, «nelle mie preghiere chiedo perdono per i peccati che secondo la Cei io avrei commesso. Peccato che - sottolinea - i sacerdoti, quelli normali, mi dicano "andiamo avanti sull'autonomia"; per i graduati invece l'autonomia è un rischio». Ma, torna a scherzare, «avete visto di che colore portano i cardinali i calzini? È ancora abbastanza simbolico», alludendo al rosso. E conclude: «Io comunque vado avanti e a metà di giugno ci ritroveremo per festeggiare».
Lo scontro "calabrese"
Proprio nei giorni scorsi si era registrato un nuovo scontro tra i vescovi calabresi e il leader della Lega Matteo Salvini. Quest'ultimo durante la sua visita in Calabria aveva detto che i presuli «non hanno letto il testo». Immediata la risposta dei vescovi Savino - vicepresidente della Cei e vescovo della Diocesi di Cassano all’Ionio - e Cecchinato (Diocesi Cosenza - Bisignano), che hanno definito «offensive» le frasi del vicepremier e hanno rimarcato le loro preoccupazioni riguardo ai contenuti del ddl Calderoli.
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