A quasi cinquanta giorni dalle elezioni regionali dello scorso 26 gennaio la Calabria è priva del governo regionale e del Consiglio.

I ritardi nella proclamazione degli eletti prima e le beghe dei partiti dopo hanno impedito di dare subito alla Regione potere legislativo ed esecutivo in grado di operare fin da subito. Eppure in Emilia Romagna, che è andata al voto nella stessa data, poco dopo il 20 febbraio Stefano Bonaccini ha annunciato la sua giunta, mentre il 28 febbraio il Consiglio si è riunito la prima volta. In Emilia, inoltre, si era provveduto ad approvare la manovra finanziaria regionale sul finire del 2019, senza ricorrere all’esercizio provvisorio così come deliberato, con una delle ultime e discutibili decisioni, dalla giunta di Mario Oliverio.

 

Il risultato è che l’Emilia Romagna, forte finanziariamente e con un sistema sanitario all’altezza, è in grado di affrontare l’emergenza Coronavirus con la pienezza dell’agibilità democratica con giunta e Consiglio nel pieno della operatività.

Da noi, invece, dopo che i partiti del centrodestra hanno perso tutto il tempo possibile per ogni singola poltrona, l’emergenza sanitaria è diventata un ulteriore modo di rinviare ogni decisione. La giunta è ancora monca, con due assessori esterni nominati che si stanno insediando soltanto in queste ore. Mentre la prima seduta di Consiglio regionale è stata rinviata, con il benestare anche del centrosinistra e di Pippo Callipo, e si andrà oltre i termini previsti dallo Statuto.

 

L’emergenza sanitaria, dunque, ha già trovato la Calabria impreparata e senza un governo e un Consiglio nei pieni poteri. Già questa è una pesante responsabilità per i partiti usciti vincitori dalle urne che hanno pensato, come spesso avviene, più agli interessi di bottega che a quelli della collettività che sono stati chiamati a rappresentare e governare. Né si capisce quando e come adesso potrebbe essere riconvocata l’Assemblea o completata la composizione della giunta.

Anche perché Jole Santelli, praticamente da sola, si sta trovando a dover fronteggiare una dei peggiori momenti di difficoltà nella storia della nostra Regione.

 

A palazzo Campanella si aspettano lumi sul come procedere per la prossima convocazione del Consiglio, compatibilmente al progredire degli eventi legati alla diffusione del virus, ma pare chiaro che adesso i partiti, tutti, sono chiamati a dare segnali di responsabilità. E si confida in proroghe dei termini previsti dallo Statuto e di quelli fissati al momento al 30 aprile per l’approvazione del bilancio di previsione 2020.

Servirebbe quasi un governo istituzionale o dalle intese più larghe possibili per fare capo alla situazione attuale, ma di certo non si può rimanere ostaggio dei capricci dei caporali romani che impongono numero di assessori o altre condizioni.

Non c’è alcun tempo da perdere. La Calabria ha bisogno di avere giunta e Consiglio pienamente operativi e in grado di dare il proprio supporto decisionale e di confronto con il governo nazionale per gestire una fase che rischia di diventare ogni giorno più critica.