Dopo che la Giunta ha deciso di tagliare gli stanziamenti per recuperare le somme, il direttore generale dell'Azienda regionale replica all'articolo sui compensi eccessivi percepiti nel 2018. La nostra risposta
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In relazione all'articolo “Calabria Lavoro: troppi soldi al dg Giovanni Forciniti, la Regione dice basta” mi preme, per amore di verità, precisare quanto segue.
La prima osservazione sovviene dall'evidente distonia tra il titolo “ad effetto” e il contenuto dell'articolo: l'uno riferito, falsamente, ai “troppi soldi corrisposti al sottoscritto, l'altro (che occupa la quasi totalità dell'articolo) da altra vicenda sulla quale ho, ad oggi, avuto ragione in due sedi giudiziarie, tra le quali la Suprema Corte di Cassazione.
Il secondo rilievo attiene, invece, alla falsa affermazione secondo cui chi scrive avrebbe “guadagnato più soldi di quani gliene sarebbero spettati”. Nulla di più lontano dal vero e, banalmente, perché: il contratto individuale di lavoro da me sottoscritto è stato predisposto dal Dipartimento competente della Regione Calabria; il trattamento economico ivi previsto è assolutamente identico a quelli di tutti gli organi di vertice degli Enti strumentali della Regione Calabria, in ossequio a quanto previsto dalla legge istitutiva di Azienda Calabria Lavoro (L.R. n. 5/2001) ed è, cito testualmente dal contratto, “rapportato a quello dei dirigenti generali della Regione Calabria”, i cui elementi costitutivi sono stabiliti, sempre dal Legislatore, all art. 25, comma 4, della L.R. n. 7/1996.
Non è necessario, né opportuno data la sede, ricordare la valenza giuridica, dei diritti e degli obblighi assunti dalle parti nella stipula di un contratto di lavoro. E, quindi, la retribuzione prevista dal contratto da me sottoscritto è stabilita dalla legge e, ad essa, contrariamente a quanto affermato nell'articolo, non trova applicazione la disciplina regionale sulla spending review per espressa previsione della stessa legge secondo cui “la riduzione non si applica al trattamento retributivo di servizio” (art. 9, comma 2, L.R. n. 22/2010) con identica previsione ribadita all'art, 13, comma 5, L. R. n. 69/2012.
Ciò nonostante, in ragione del contradditorio instauratosi con il Dipartimento, il sottoscritto ha disposto, cautelativamente, sin dal 2019, la riduzione del proprio compenso nella misura del 20% procedendo al disimpegno delle somme eccedenti, mediante atti e provvedimenti a tutti noti al Dipartimento competente della Regione Calabria – ed alla dirigente che “esercita” la vigilanza – perché formalmente trasmessi.
Qual è allora la notizia? Che il direttore generale di Azienda Calabria Lavoro ha disposto, anzitempo, la riduzione del proprio compenso e che taluno (o taluna) interessato (a) a quella poltrona dovrebbe individuare altri argomenti (in primo luogo veritieri) per sperare di raggiungere l'obiettivo...
Giovanni Forciniti
Direttore generale Azienda Calabria Lavoro
Risponde Camillo Giuliani
Gentile dottor Forciniti, dubito che la mia fonte aspiri in alcun modo alla sua poltrona: si tratta del Bollettino ufficiale della Regione Calabria numero 36 dell'8 maggio 2021, che contiene la deliberazione di Giunta n. 170 della seduta del 3 maggio 2021. Le informazioni riportate nell'articolo sono prese da quest'ultima, consultabile da chiunque con un click senza far parte di alcun Dipartimento per conoscerle.
Stando all'atto pubblico in questione, sottoscritto da segretario generale reggente e presidente della Regione, il limite di spesa per i compensi del dg nel 2018, proprio in base all'art. 9, comma 2, L.R. n. 22/2010 che lei cita, era fissato a 104.875,26 euro. Tuttavia il suo contratto ne ha previsti molti di più, tant'è che in seguito si è «riscontrato il mancato rispetto della normativa in materia di contenimento delle spese».
Per questo a Calabria Lavoro andranno 28.639,54 euro in meno, pari proprio a quelli che con nota prot. Siar n. 78054 del 19.02.2021 il Settore Vigilanza Enti, Società e Fondazioni ha chiesto all'Azienda che lei guida di recuperare perché «somme indebitamente percepite dal Direttore Generale nell’anno 2018». Sintesi estrema, ma fedele agli atti: troppi soldi per lei quell'anno secondo la Regione, che infatti da settembre del 2019 vuole rimodularle al ribasso il contratto. L'autoriduzione che ritiene più notiziabile potrebbe essere stata, tra l'altro, tardiva, considerato che resta in piedi l'ipotesi di recuperare anche «somme eventualmente percepite in eccedenza» per il 2019.
Quanto ai riferimenti all'altra vicenda – che ad oggi la vede rinviato a giudizio, con prima udienza fissata un paio di settimane fa a cui ovviamente non può essere seguita ancora alcuna sentenza, favorevole o meno – occupano il 28% dell'intero testo, a voler essere precisi. Non il tipico caso di “quasi totalità” dell'articolo, per così dire.
giuliani@lactv.it